Agatha Christie
E' TROPPO FACILE
Mondadori
1985, brossurato
210 pagine, lire 10.000
Non tutti i gialli di Agatha Christie hanno come protagonisti Hercule Poirot o Miss Marple. Per esempio, in questo "E' troppo facile" (1939) l'investigatore è Luke Fitzwilliam, funzionario di polizia in pensione. Al quale capita di sbagliarsi ber ben due volte, convincendosi (e convincendo il lettore) della colpevolezza di due sospettati prima di arrivare alla vera soluzione, che si rivela essere del tutto diversa. Peraltro, a Fitzwilliam, nel corso della storia, capita anche di innamorarsi di una donna già impegnata, di vedersi rifiutato, e poi alla fine di riuscire invece a coronare il suo sogno d'amore. Il risvolto romantico non sembrerà strano a chi abbia letto i romanzi rosa che la Christie pubblicò con lo pseudonimo di Mary Westmacott. "E' troppo facile" parte da uno spunto particolarmente intrigante: Luke riceve in treno le confidenze di una vecchietta, Lavinia Pinkerton, convinta che nel suo piccolo paese, Wychwood, sia stata commessa una serie di delitti mascherati da incidenti. La donna ritene di aver capito chi sia l'assassino e si sta recando a Londra per denunciarlo a Scotland Yard. Lì per lì Fitzwilliam la crede un po' svitata, ma quando legge sul giornale che la Pinkerton è stata travolta da un'automobile prima che potesse sporgere la sua denuncia, comincia a chiedersi se non avesse ragione. Così, decide di recarsi a Wychwood a indagare, spacciandosi per uno scrittore in cerca di documentazione per un libro sulle superstizioni popolari. In effetti ci sono state cinque morti sospette nei mesi precedenti, ma tutte rubricabili (e rubricate) come frutto del caso o della malasorte. Le vittime non sembrano aver nessun rapporto fra di loro, e i possibili sospetti per ciascuna delle morti non paiono avere moventi per le altre. La soluzione finale, ovviamente, spiega tutto. La Christie è sempre la Christie, anche nei gialli "minori".
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