lunedì 31 agosto 2020

GESEBEL




Max Bunker
Magnus
GESEBEL
Editoriale Cosmo
cartonato, 2017
740 pagine, 42 euro


E’ difficile per noi, oggi, riuscire a immaginare i brividi inconfessabili dei lettori che, agli inizi di febbraio del 1966, sfogliarono le pagine del primo numero di Gesebel appena apparso nelle edicole. A una inedita ambientazione fantascientifica ma contaminata dal nero e dal grottesco in perfetto stile Magnus & Bunker (autori, rispettivamente, dei disegni e della sceneggiatura), si aggiungeva la caratteristica diuna avvenente, per quanto dispotica, protagonista femminile, a capo di un intero pianeta (Virgin Planet) abitato da sole donne, tutte (quasi) belle come lei e come lei vestite di una tuta aderentissima che per quegli anni era oltremodo sexy, per non dire osè, amazzoni guerriere, crudeli e predatrici.
Gesebel, come avverte il titolo della prima avventura, è una corsara dello spazio: per lei e le fanciulle ai suoi ordini gli uomini, raffigurati per lo più come meschini e infingardi, sono considerati oggetti da usare, e vengono venduti come schiavi in pubblici mercati da cui le terribili ragazze attingono per rifornire il proprio harem personale. Un uomo a piede libero, a dire il vero, sul pianeta di Gresebel c'è: Mabus, il suo sinistro servitore muto, incaricato fra l'altro di accudire il bel gatto della padrona. Le fanciulle di Virgin Planet non hanno di femminile che l’avvenenza fisica: per il resto sono oltremodo spietate e violente, sia nei rapporti con le loro stesse compagne sia nei confronti dei maschi a loro sottoposti. Le Corsare dello spazio capitanate da Gesebel rappresentano un’autentica spina nel fianco per l’Impero di di Galassia Uno (che si suppone sia la Via Lattea). Alla corte dell’Imperatore (debole e inefficiente) non mancano gli intrighi, di cui il principale tessitore è il generale Brosk, divertente parodia del tipico militare guerrafondaio. 
Le avventure di Gesebel non si reggono comunque solo sul duello tra l’Impero e le Corsare, ma vengono movimentate dalla presenza di ogni sorta di improbabili alieni e dalla visita su mondi e pianeti di tutti i tipi – ancora più improbabili.
Nella rappresentazione di questo mondo di donne pirate e padrone e di uomini schiavi e sottomessi, oppure deboli ed inetti, c’è tutto il gusto dissacratorio e scanzonato del miglior Bunker, che si diverte a ribaltare tutto per vedere ciò che ne viene fuori, scombinando non solo le regole del gioco della fantascienza a fumetti (e non) più tradizionale; da sempre fondata su eroi spaziali maschi, prestanti e coraggiosi e su seriosi drammi cosmici in cui la Terra è in pericolo, ma anche spiazzando completamente i lettori che si trovano di fronte ad una situazione inattesa, o almeno inattesa da chiunque non avesse già imparato ad apprezzare il mix di trasgressività, erotismo, cinismo, satira e parodia di Magnus & Bunker.
Satirica e parodia è infatti la figura del generale Brosk, machiavellico tessitore di intrighi di corte e animato da genuino spirito hitleriano nei suoi sogni di gloria e di dominio. Per non parlare poi della fine del pianeta Terra così come è presentata nel terzo numero della serie ("E la terra scoppiò") dove ogni parvenza di possibilistico realismo è abbandonata in favore della satira e del grottesco. 
Le avventure di Gesebel non hanno niente del rigore scientifico e tecnologico tipico della fantascienza "hard". L’universo dei mondi e delle forme di vita che fa da sfondo alle vicende è approssimativo e inattendibile; i personaggi sono paradossali e niente affatto plausibili; anche le trame sono fantascientificamente superficiali e del tutto assente è la documentazione scientifica. Un Magnus frettoloso (si sarebbe soffermato di più su ambientazioni simili con "I Briganti" e "Milady") si lascia influenzare da Raymond e Flash Gordon, più che da Jeff Hawke o da Perry Rhodan (da cui pure sembra provenire qualche suggestione). Tuttavia la fantasia e l’originalità del duo Magnus & Bunker donano alla serie una freschezza inconfondibile che rende le storie assai piacevoli e divertenti: ai due autori poco o nulla interessa dei canoni della fantascienza: a loro basta approfittare di una ambientazione spaziale (e dunque al di fuori del nostro continuum sociale, culturale, temporale) per sbizzarrirsi liberamente con Uomini-Pipistrello, buffonate galattiche, raggi della morte e soprattutto con un esercito di donne da fasciare con tute aderenti .
Il ponderoso tomo pubblicato meritoriamente dalla Cosmo raccoglie le prime sei avventure (ciascuna di 120 tavole), vale a dire tutte quelle sceneggiate da Max Bunker e illustrate da Magnus. In tutto le avventure di Gesebel furono 23, ma dal n° 7 in poi vennero affidate ad altri.

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