domenica 20 marzo 2022

IL GIGANTE E LA MADONNINA

 

 

 


Luca Crovi
IL GIGANTE E LA MADONNINA
Rizzoli
2022, brossurato
192 pagine, 16 euro
 
Dopo "L'ombra del campione" (2018) e "L'ultima canzone del Naviglio", Luca Crovi riporta sulle scene il Commissario De Vincenzi, da lui fatto rivivere con nuove avventure inedite. De Vincenzi (forse qualcuno lo ricorda in vecchi sceneggiati televisivi interpretato da Paolo Stoppa) è un poliziotto milanese, di stampo maigrettiano, creato negli anni Trenta da Augusto De Angelis (1888-1944), protagonista di una ventina di romanzi interrotto dalla tragica morte dello scrittore, vittima di un pestaggio fascista (era da poco rientrato a Bellagio, dove viveva, dopo aver scontato una pena per motivi politici). Non allineato con il regime, come il Ricciardi di De Giovanni, è anche il De Vincenzi di Crovi, le cui nuove avventure sono ambientate nella Milano negli anni precedenti alla Guerra, quindi un po' più avanti rispetto alle storie raccontate da De Angelis. I tre romanzi croviani con il Commissario De Vincenzi hanno una caratteristica precipua: non sono polizieschi nudi e crudi, ma raccontano Milano com'era negli anni del Fascismo, vista però dal livello del marciapiede, della gente comune, della cronaca di costume, di quella rosa, di quella sportiva, di quella nera (nonostante vi si accenni, si parla poco di politica). Così, se ne "L'ombra del campione" uno dei personggi era Giuseppe Meazza (raccontato quando si allenava nei campetti o per strada), ne "Il gigante e la madonnina" compare Primo Carnera. Ma non solo lui. C'è anche Giuseppe Bignoli, alias il nano Bagonghi, artista del circo diventato famoso a livello internazionale e c'è Giovanni D'Anzi, il musicista (di orgini pugliesi) che compose la canzone milanese per ecellenza, "O mia bela Madunina". Ma si raccontano, con il pretesto delle indagini, decine di aneddoti (dal gran numero di suicidi dall'alto del Duomo, all'incendio della Stazione Centrale, al crollo degli spalti durante una partita di calcio). De Vincenzi diventa una specie di accompagnatore nella città meneghina della prima metà del secolo scorso. Il risultato? Sembra di esserci stati, di sentirne le voci, gli odori, i sapori. Crovi, che si è documentato su ogni particolare, è gradevolissimo e i brevi capitoli si divorano come le ciligie, uno tira l'altro.

Nessun commento:

Posta un commento