venerdì 6 gennaio 2023

L'ORA DEL TEX


 

Alessandro Tesauro 
L'ORA DEL TEX
Alessandro Tesauro Editore
brossurato, 2016
64 pagine, 12 euro


Se uno, come me, si picca di procurarsi tutta la saggistica pubblicata in Italia su Tex e su Zagor (ha almeno venti ripiani di libri sul fumetto in generale ma non faccio un punto d'onore di averli proprio tutti, mi concentro su alcuni temi e personaggi - comunque domandomi a chi lascerò in eredità la strabordante collezione, dato che l'ora si avvicina), di certo non può non avere anche questo smilzo libretto di Alessandro Tesauro, autore ed editore, dedicato, come recita il sottotitolo, all "avventura inglese di Aquila della Notte". Sottotitolo che giustifica del resto, con un gioco di parole, il titolo "L'ora del Tex". Ci ho messo più del dovuto per capire l'allusione ma alla fine ci sono riuscito, voi sarete senza dubbio molto più veloci nel cogliere al volo la battuta. Il mini-saggio, in realtà, sembra scritto per creare dei dubbi piuttosto che risolverli, e pone un problema: quanti albi di Tex sono usciti nel Regno Unito? Racconta Tesauro di aver trovato un giorno, in un Remainders romano, il libro "The complete catalogne of british comics", di Dennis Gifford, il più importante storico e collezionista di fumetti pubblicati in Gran Bretagna. Fumetti che, come giustamente viene sottolineato, non hanno goduto mai, nelle isole britanniche, di grande fortuna: Tesauro traccia, a questo proposito, una breve storia dei comics inglesi (se ne rimane un po' sconfortati, in confronto invece alle produzioni italiane, francesi, spagnole, americane). Si fornisce al lettore anche una biografia di Gifford, a testimonianza dell'attendibilità del suo lavoro. Qual è dunque il mistero? E' che Gifford segnala soltanto due albi di Tex usciti a Londra nel 1971, ovvero le due puntate della storia "Attack at Fort Summer" (con le copertine degli albi italiani "Massacro!" e "Lo straniero"). Però, i collezionisti delle edizioni estere di Tex sanno che la serie in lingua inglese di cui fanno parte quei due primi numeri conta 14 albi, rintracciabili e posseduti da molti. Questi 14 albi vennero stampati in Scandinavia sia in inglese che in norvegese, per venire distribuiti in vari Paesi. Dunque Gifford ignora che dopo i numeri 1 e 2 ne uscirono altri 12 (ma sembra strano, vista l'estrema perizia del catalogo da lui compilato), o quei 12 non sono mai usciti a Londra (magari per scarsa accoglienza da parte del pubblico)? E se non sono mai usciti a Londra, dove sono stati distribuiti, dato che esistono? A Malta? In altri Paesi del Commonwealth? La risposta è che non si sa. Tesauro, che spiega tutto questo in modo molto colloquiale e senza fronzoli, sembra aver proposto il mistero sperando che qualcuno glielo spieghi. Intanto, io archivio nella mia collezione il suo libretto.

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