Paul Anderson
TAU ZERO
Editrice Nord
1989, brossurato
230 pagine
“Tau zero”, straordinario quanto a visione del tempo e dello spazio, è illuminante sulla concezione dell’universo come solo certi capolavori della fantascienza riescono essere. A scriverlo è Paul Anderson (1926-2001), statunitense ma di origini scandinave, uno fra gli autori di science-fiction più amati, a partire dagli anni Quaranta dello scorso secolo, dal pubblico di tutto il mondo e vincitore di numerosi Premi Hugo e Premi Nebula, con all’attivo cicli fantascientifici quali i racconti della Lega Psicotecnica e quelli dei Mercanti dello Spazio. “Tau zero” è la dimostrazione di come la SF possa aprire squarci su ipotesi che vanno oltre il futuro della Terra, del Sistema Solare, della Via Lattea, fino a concepire una possibile fine e un nuovo inizio dell’Universo stesso. Pubblicato per la prima volta nel 1970, scritto sulla scorta delle più audaci teorie scientifiche di allora (e per ora non confutate), il romanzo di Anderson immagina che cosa possa accadere a una astronave con a bordo cinquanta colonizzatori partiti dal nostro pianeta verso un mondo ritenuto abitabile nei paraggi del nostro sistema con la prospettiva di un viaggio lungo alcuni anni. La “Leonora Christine”, questo il nome della nave spaziale, viene lanciata in uno stato di accelerazione costante che deve portarla a una frazione della velocità della luce, per poi decelerare. Un incidente le impedisce però di rallentare e l’astronave si trova a viaggiare sempre più velocemente, senza che niente possa fermarla. Le leggi della fisica dicono che il tempo scorre diversamente per chi si muove rispetto a chi resta fermo. Più ci si avvicina alla velocità della luce, più ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, corrisponde ad anni, secoli, millenni trascorsi sulla Terra. E che cosa può accadere quando si supera il limite estremo previsto da Einstein? L’equipaggio della “Leonora Christine” vive questa incredibile esperienza ed assiste all’evoluzione dell’universo mentre lo attraversa tutto come un oggetto dalla massa incalcolabile. A bordo, i passeggeri subiscono traumi psicologici, qualcuno va in crisi, ad altri sembra di impazzire, serve chi tenga unito il gruppo. Al di là dell’aspetto scientifico (o fantascientifico), Anderson indaga, come suo solito, anche l’intreccio dei rapporti umani (e forse è questo l’aspetto più datato del romanzo). Una curiosità: le origini scandinave dello scrittore sono evidenziate dalla scelta di immaginare un futuro in cui lo svedese è una sorta di lingua franca e la Svezia, al termine di una guerra che ha visto contrapporsi il blocco occidentale e quello orientale, è stata scelta come nazione leader del rinnovato ordine mondiale perché sia Est che Ovest le riconoscono la funzione di mediatrice.
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