Mauro Boselli
Roberto De Angelis
LA GUERRA DI COCHISE
Sergio Bonelli Editore
2025, cartonato
386 pagine, 29 euro
Roberto De Angelis
LA GUERRA DI COCHISE
Sergio Bonelli Editore
2025, cartonato
386 pagine, 29 euro
«Cochise, il saggio capo dei Chiricahuas Apaches, è uno dei migliori amici di Tex, e abbiamo raccontato nel Texone “Il magnifico fuorilegge” come lui e il nostro eroe diventarono fratelli di sangue. Cochise, naturalmente, è veramente esistito, e nella realtà storica lasciò questo mondo terreno nel 1874, ma, con la libertà di narratore e artista, il creatore di Tex, Gianluigi Bonelli, gli allungò la vita per ragioni d’avventura». Così spiega lo sceneggiatore Mauro Boselli nella sua introduzione al volume, l’undicesimo dei cartonati dedicati a Tex Willer. A Tex Willer, appunto, e non a Tex, perché la serie raccoglie in tomi e ripropone in libreria le storie originariamente pubblicate in albi da edicola nella testata omonima, dedicata alle vicende di un giovane Willer, ancora ventenne, inedite ma collegate in gran parte a quanto raccontato da Bonelli e Galleppini ai tempi delle edizioni Audace e inserite in un preciso e documentato contesto storico. La collana libraria con copertina rigida inizia con il volume “Vivo o morto!” (2019), di cui abbiamo parlato su questo blog: potete leggere la recensione cliccando qui.
Riporto comunque qui di seguito, per comodità, quanto già scritto.
Nel novembre del 2018 fece la sua prima apparizione nelle edicole italiane una nuova collana riservata a Tex, dedicata alle avventure giovanili del personaggio creato da Giovanni Luigi Bonelli nel 1948 (si festeggiavano per l’appunto i settanta anni di vita editoriale di Aquila della Notte), curata (e in gran parte sceneggiata) da Mauro Boselli. Lo spin-off venne intitolato, per differenziarlo dalla testata madre, “Tex Willer”. La foliazione era più agile, sole 64 tavole a fumetti contro le 110 della serie regolare. Ma, soprattutto, oltre alla più giovane età del protagonista era diverso il ritmo, il mood narrativo. Il giovane Tex è scavezzacollo, vive avventure rocambolesche, serrate come erano, anche in ragione del minor spazio concesso dal formato a strisce delle origini, gli episodi degli anni Quaranta e Cinquanta. L’operazione si rivela fortunata, riscontrando l’apprezzamento del pubblico. Nel 2021, la Sergio Bonelli Editore comincia a raccogliere e riproporre in una collana cronologica di volumi cartonati destinati alla distribuzione in libreria le tavole degli albi da edicola, in prima edizione a colori, in bianco e nero nelle successive (il volume del 2023 fotografato nelle mie mani che vedete in apertura è una terza edizione del giugno 2023). Scrive Mauro Boselli nella sua introduzione intitolata “Quando il West era giovane”: “Il Tex che conosciamo ha 45 anni, ed è vedovo, con un figlio grande. I suoi lettori affezionati, però, conservano indelebile, nella memoria e nell’anima, il ricordo del giovane scatenato che era: le due immagini, il fuorilegge coraggioso ingiustamente perseguitato e l’odierno ranger e capo Navajo, si sovrappongono, concorrendo entrambe al fascino del personaggio”. Le avventure del Tex ventenne riempiono gli spazi vuoti lasciati da Giovanni Luigi Bonelli nella sintesi delle sue prime sceneggiature: per esempio, in “Vivo o morto!” scopriamo gli antefatti della vignetta d’esordio del personaggio, quella in cui il giovane ricercato si chiede se i cavalieri che vede giungere sulla sua pista siano gli uomini di un certo sceriffo, e ci vengono fornite esaustive spiegazioni circa i precedenti dell’indianina Tesah (fortunatamente con le cosce scoperte prima della censura imposta nelle ristampe degli anni Cinquanta dal famigerato marchio “Garanzia Morale”). In avventure successive vediamo in azione anche Kit Carson, Mefisto, Montales, Cochise, anch’essi con venticinque anni di meno. Questo primo volume raccoglie quattro albi di “Tex Willer”, illustrati da uno strepitoso Roberto De Angelis, che già si era cimentato con successo con Aquila della Notte nel 2004 con il diciottesimo “Texone” (“Ombre nella notte”, testi di Claudio Nizzi). Tuttavia, in quel caso, era ancora un illustre ospite in prestito dalla serie di Nathan Never. Con “Vivo o morto!” il passaggio al western è (o sembra) definitivo: De Angelis sembra tuttavia non aver fatto altro.
A quanto detto restano da aggiungere alcune annotazioni relative specificamente a “La guerra di Cochise”. Innanzitutto, si tratta della raccolta in volume degli albi della collana “Tex Willer” (Sergio Bonelli Editore) dal n° 50 al n° 55, usciti in edicola tra il dicembre 2022 e il marzo 2023. Poi, registriamo una fugace apparizione della futura giovane moglie di Tex, Lilyth. Si tratta di una scena di cinque tavole ambientata nella missione di Nostra Signora della Carità: un navajo di nome Hastin è stato inviato dal capo Freccia Rossa a recuperare presso il convento la propria figlia affidata alle cure e alla scuola delle suore. Soffiano venti di guerra e il sakem preferisce proteggere personalmente Lilyth nel suo villaggio sui monti. “Sono stata bene, qui. Ho imparato tanto”, dice la ragazza salutando suor Patricia, la madre superiora del piccolo monastero. Si tratta di una scena che, evidentemente, prepara l’incontro fra Lilyth e Aquila della Notte, destinato ad avvenire nel proseguo della saga, e giustifica la scolarizzazione della squaw in accordo con quanto detto su di lei da Gianluigi Bonelli.
I venti di guerra a cui accennavamo sono quelli tra i Chiricahuas e l’esercito americano, dopo che i guerrieri di Cochise erano stati ingiustamente accusati di aver fatto prigioniero il giovanissimo Felix Ward. Si tratta di un episodio realmente accaduto. Racconta ancora Boselli: «Il 27 gennaio 1861, una banda di predoni apache attaccò il ranch di John Ward in Arizona e rapì un ragazzo. Felix era figlio di Maria Jesus Martinez e di un perdigiorno, Santiago Telles, che li aveva abbandonati senza un soldo. John Ward aveva assunto Maria nel ranch e adottato il piccolo Felix, dandogli il proprio cognome. Felix aveva undici o dodici anni quando venne rapito e con certezza non si è mai stabilito a quale tribù appartenessero i suoi rapitori, se ai Pinal, ai Tonto o ai Coyotero Apaches. Di sicuro venivano dal ramo occidentale della Nazione Diné (così Apache e Navajos chiamavano se stessi), al quale non appartenevano i Chiricahuas». Storica è la figura dell’ufficiale dell’esercito George Bascom, incaricato di liberare il ragazzo, che si intestardì nel ritenere Cochise responsabile del rapimento, che Boselli caratterizza in maniera impeccabile come un ottuso ostinato, a cui va addebitato lo scontro sanguinoso fra i Chiricahuas e le Giacche Blu. Il racconto boselliano corre su due binari paralleli destinati, nel finale, a ricongiungersi: mentre da un lato vediamo il capo apache tenere testa a Bascom, dall’altro seguiamo giovane Tex dare la caccia a Santiago Querquer, responsabile della strage di Galeana nella quale aveva perso la vita il padre di Cochise, alter ego di James Kirker, che nella realtà storica morì nel 1852 e quindi Boselli usa lo stratagemma di una falsa tomba e di una finta morte. La sua dipartita, diciamo così, “fumettistica” avviene in modo molto più drammatico di quella reale e per mano di Cochise, a cui Tex Willer lo consegna. In conclusione: il racconto messo in scena da Mauro Boselli e Roberto De Angelis è western ed è fumetto allo stato puro, decisamente il meglio che si possa desiderare, dal punto di vista della sceneggiatura e da quello grafico, a partire dalla copertina di Massimo Carnevale. Leggere per credere.
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