SASQUATCH, ENIGMA ANTROPOLOGICO
di Renzo Cantagalli
SugarCo Edizioni
1975, brossurato
210 pagine, 3500 lire
La collana "Universo Sconosciuto" della Sugar, in cui è inserito questo saggio, pubblicava, negli anni Settanta, i best seller di Peter Kolosimo, primo fra tutti "Non è terrestre", su cui hanno sgranato gli occhi i più curiosi della mia generazione. Accanto ai libri di Kolosimo, però, trovavano posto però anche altre indagini sul mistero che poi avrebbero offerto spunti a non finire per la serie di Martin Mystére e oggi vengono saccheggiate dagli autori di "Voyager". Per cui ecco testi sul mostro di Loch Ness, le sculture dell'Isola di Pasqua, la vita oltre la morte e così via. Fra tanti titoli non sfigura questo studio dedicato al Sasquatch, la misteriosa creatura che ha ispirato, oltre a un racconto del BVZM datato 1984, anche uno di Tex (1979) e uno di Zagor (1988). Ma anche molti film, telefilm, cartoni animati,romanzi, brani musicali, documentari, videogiochi e chi più ne più ne metta. "Studio", beninteso, senza valenza scientifica, trattandosi di un onesto lavoro puramente compilatorio, messo insieme rovistando fra un po' tutti gli scritti, le foto e i filmati disponibili all'epoca (oggi il bottino sarebbe stato ancora più ricco), riportando le testimonianze e le opinioni degli studiosi, senza prendere posizione ma mettendo uno accanto all'altro tutti gli elementi perché il lettore possa farsi una propria idea. Cantagalli, comunque, riferisce di aver visitato molti dei luoghi di cui parla e di aver personalmente intervistato alcuni degli abitanti, e c'è da credergli. Il Sasquatch, negli States, viene anche chiamato Bigfoot (ovverosia “piedone”), dato che le impronte del gigantesco scimmione (così viene descritto) rinvenute sul terreno dimostrano infatti come la bestia abbia una pianta podalica grossa il doppio di quelle degli esseri umani, e un peso di diversi quintali, giustificato del resto da una altezza che si aggira mediamente sui due metri e mezzo. Le orme dei piedi, da cui sono stati rilevati degli impressionanti calchi, misurano tra i 40 e i 46 centimetri. Si tratterebbe di un primate bipede dai grandi occhi, senza collo, coperto da una folta pelliccia che varia dal rosso scuro al nero. E’ stato avvistato in tutte le Montagne Rocciose ma soprattutto negli stati di Washington e dell’Oregon. La “caccia al mostro” si scatenò nel 1957, dopo che un certo Albert Ostnam raccontò di essere stato rapito per sei giorni da una di queste misteriose creature, tuttavia i totem dei pellerossa le raffiguravano da molto tempo prima. Anche le cronache dei colonizzatori europei registrano numerosi avvistamenti. La prima risale al 1811, quando l’esploratore David Thompson scoprì delle enormi impronte sulla neve. Da allora in poi è stato un susseguirsi di avvistamenti, in alcuni casi suffragati da foto e video (non in grado però di chiarire il mistero), fino ai giorni nostri. Alcuni scienziati, tra cui l’antropologo Gordon Strasemburg, hanno formulato l’ipotesi secondo cui i Bigfoot potrebbero essere esemplari di ominidi sopravvissuti all’estinzione, forse esemplari di gigantopithecus, una scimmia asiatica di grandi dimensioni. Ma, in generale, tra gli studiosi prevale lo scetticismo. E, se mai foste interessati alla mia opinione in proposito, sono scettico anch'io.
Figura che, come quella dello Yeti, mi ha da sempre affascinato! ^^ Ricordo ancora il mitico film "Big foot e i suoi amici" lol, che dovrei rivedere, e "Il ritorno di Big foot", che da piccolo dal titolo, almeno italico, pensavo fosse il sequel del precedente! Rimasi un po deluso ovviamente quando scoprii che non era così.
RispondiEliminaHo letto anche tutte e tre le storie Bonelli sopracitate! XD