FACCE DA COMICS
di Adriana Roveda
Allagalla
2016, brossurato
160 pagine, 20 euro.
Quanti sorrisi e quanta curiosità, sfogliando questa raccolta di scatti di Adriana Roveda, infaticabile frequentatrice di mostre e di convention fumettistici. Il fumetto italiano (e un po' di più) degli ultimi trent'anni c'è quasi tutto, e gli assenti sono giustificati. Poiché, oltre a essere uno degli autori fotografati, sono anche l'autore della prima prefazione ("Scatto matto", la seconda è opera di Fabio Civitelli, fumettista anche fotografo a sua volta), eccola riportata di seguito: mi pare già una più che esaustiva recensione.
Comincio subito col chiarire che io sono molto più bello di come sembro nelle foto di Adriana Roveda. Invece tutti gli altri miei colleghi fumettisti sono esattamente così, come lei li ha fotografati, cogliendo l’attimo al volo. Click. Li riconosco tutti, quelli che conosco, perché sono veri. Anzi, in alcuni casi ricordo anche quando, come e dove sono stati realizzati quegli scatti: c’ero anch’io, pochi passi più in là. Nessun artificio, nessuna posa, nessuna luce piazzata. Adriana, come una reporter d’assalto, gira con la macchina al collo e colpisce. Poi ci sono anche le foto scattate a quelli che non conosco: in questo caso è bello scoprire che anche i grandi autori sono persone vere pure loro, fotografabili nel loro modo d’essere più naturale e spontaneo. Un libro come questo mi sarebbe sembrato un sogno, trenta o quaranta anni fa: ero un giovane lettore e aspirante autore che da sempre frequentava le due o tre manifestazioni fumettistiche organizzate all’epoca (davvero poche, e in spazi piccoli, come il palazzetto dello sport a Lucca o il palazzo di Re Enzo a Bologna). In quelle occasioni i visitatori avevano la fortuna di vedere di persona figure quasi mitologiche come Milo Manara, Magnus o addirittura Stan Lee (che venne in Italia nel 1974). Al di fuori di questi rari eventi, nessun giornale si occupava dei fumettisti, non c’erano riprese televisive, non circolavano foto se non sul retro degli Eureka Pocket, e naturalmente non esisteva Internet. Quasi impossibile sapere che faccia avessero Gallieno Ferri o Chris Claremont. Per fortuna Jack Kirby si raffigurava nei suoi albi. Poi le cose sono cambiate: le kermesse fumettistiche si sono moltiplicate, gli autori hanno iniziato a mostrarsi al pubblico (non che prima si nascondessero: nessuno li invitava), sui quotidiani sono comparse foto, sono nate le fanzine (prima ciclostilate, per cui foto zero, poi sempre più professionali, e dunque ricche di immagini fotografiche). Infine, ecco Internet. Tuttavia, i lettori di fumetti amano la carta. Vogliono avere un libro, un albo, un portfolio da stringere fra le mani. Vogliono un disegno con dedica dei loro illustratori preferiti (e, per collezione, anche di quelli meno preferiti). Adriana Roveda fotografa i disegnatori proprio mentre schizzano gli sketches per il pubblico. E li fotografa a contatto con il pubblico, appunto, perché se è vero, come purtroppo è vero, che le vendite di fumetti (come di tutto ciò che si stampa) sta subendo un crollo verticale, un piccolo verso l’alto hanno le presenze dei visitatori alle mostre mercato, e sempre di più si allungano le file davanti agli stand in cui chi crea le storie può stringere la mano a chi le legge. Il che è bello e consolante. Questo testimoniano gli scatti di Adrian, oltre a farci vedere appunto le facce (in genere sorridenti) di tanti di questi creatori di sogni. E si tratta di scatti stampati su carta. Da carezzare con le dita. Se carezzerete pure me, tenete conto comunque che sono più bello dal vivo.
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