mercoledì 16 novembre 2016

IL DIAVOLO NELLA BOTTIGLIA






IL DIAVOLO NELLA BOTTIGLIA
di Robert Louis Stevenson
Prìncipi & Princìpi
2011, cartonato
45 pagine, 12 euro

Al mare, sotto l'ombrellone, sulla spiaggia.
"Babbo, che cosa stai leggendo?"
"Un romanzo breve di Robert Louis Stevenson, l'autore de 'L'isola del Tesoro'. Oppure, se preferisci, un suo racconto lungo, Alice".
"Come si intitola?"
"'Il diavolo nella bottiglia'".
"E' bello?"
"Straordinariamente bello. Un gioiello. Pagine in cui non c'è una parola in più, né una di meno di quelle che ci devono essere".
"A me non sembra tanto lungo".
"In effetti, no. Potresti leggerlo qui sotto l'ombrellone, iniziandolo adesso e finendolo prima che sia ora di andare a mangiare".
"Perché non lo leggi tu a voce alta?"
"Va bene. Te lo leggo. Dimmi tu se ti stanchi e non vuoi più sentire il seguito".
Comincio a leggere. La storia de "Il diavolo nella bottiglia" è ipnotica: una volta capito il diabolico (è il caso di dirlo) meccanismo, non c'è modo di staccare gli occhi dal libro, curiosi di sapere come va a finire.
In poche parole, il succo è questo (spero che Stevenson non si rivolti nella tomba per come banalizzo la sua storia e la faccio breve).

Un giovane hawaiano senza troppi mezzi, di nome Keawe, il cui sogno più grande è vivere in una bella casa, incontra un giorno un ricco signore, che lo convince ad acquistare, per i pochi soldi che ha in tasca, una bottiglia scura, nella quale si agita una nebbia misteriosa, dicendogli che lì dentro vive un demone in grado di appagare ogni suo desiderio. Però, perché ciò si avveri, gli devono essere chiare tre regole: 1) se lui morirà possedendo quella bottiglia, finirà all'inferno perché in cambio dei suoi servìgi il diavolo pretende un'anima; 2) per evitare di finire all'inferno, dovrà cercare di vendere la bottiglia a qualcun altro, però a un prezzo inferiore a quello da lui pagato (se lo si vende a un prezzo superiore o uguale la bottiglia torna indietro); 3) la vendita deve essere fatta senza nascondere all'acquirente il patto che si sottintende accettato con l'acquisto (chi compra, deve conoscere le regole del gioco, insomma, e non può essere truffato non dicendogliele).

Keawe torna a casa con la bottiglia e in breve tempo diventa ricchissimo, così da potersi permettere la villa dei suoi sogni. Non solo: poiché conosce una ragazza bellissima, Kokua, che lei si innamori di lui.
A questo punto, Keawe si impaurisce: ha tutto ciò che desidera, ma se gli capitasse di morire perderebbe l'anima. Il prezzo che lui ha pagato per comprarla è già molto basso, e più l'oggetto incantato passa di mano, più è difficile trovare il modo di farlo pagare di meno, dato che chi compra dovrà poi convincere un altro che egli sarà in grado di fare altrettanto. Si avvicina insomma il momento in cui la bottiglia resterà fatalmente in mano a qualcuno. Riesce però a vendere la bottiglia a un amico che sogna di possedere una nave: gli spiega che può averla, e riesce a liberarsi del demone.
Ma, dopo qualche anno, Keawe scopre di essere malato di una terribile malattia incurabile, che comporterà non solo la sua morte, ma lo strazio della bella Kokua che lo ama follemente. Per guarire, l'unico modo è cercare di ricomprare la bottiglia. Ma dove sarà finita? Ripercorrendo tutti i passaggi di mano, Keawe trova chi la possiede attualmente, il quale è ben lieto di vendergliela, ma... ormai il prezzo è così basso che, se lui la ricompra, non troverà più nessuno a cui cederla. Che fare, dunque?

Arrivato a questo punto, mi accorgo che non soltanto Alice non ha chiesto che smettessi di leggere e mi ascolta incantata, ma che tutte le persone sedute sotto gli ombrelloni attorno sono zitte a sentirmi a leggere, e aspettano che finisca il racconto.
 Però, guardo l'orologio.
"Ehi, ma è l'ora di andare a mangiare! ...Basta così, siamo già in ritardo! ...Il racconto lo finiremo stasera a casa".

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