Luca Crovi
L'OMBRA DEL CAMPIONE
Rizzoli
2018, brossurato
210 pagine, 18 euro
Il massimo esperto di gialli e di noir italiani è sicuramente Luca Crovi, saggista specializzato sull'argomento e infaticabile curatore, organizzatore e conduttore di eventi a tema. Fino a poco tempo fa gestiva anche una trasmissione radiofonica RAI dedicata appunto al poliziesco e al mistery in tutte le sue coniugazioni. E' ferratissimo anche sul thriller internazionale, ovviamente, amico personale com'è dei più grandi scrittori del genere di tutto il mondo, da Joe Lansdale a Wolf Dorn, per citare due nomi. Quando ho saputo che stava scrivendo un libro con protagonista il commissario Carlo De Vincenzo, mi sono allertato per poterlo leggere appena fosse uscito: De Vincenzi è infatti un personaggio del giallista Augusto De Angelis (1888-1944), creato nel 1935 con il romanzo "Il banchiere assassinato" (in tutto sarebbero stato quindici i libri a lui dedicati). Uno dei primi investigatori del giallo italiano, insomma. Negli anni Settanta fu interpretato sul piccolo schermo da Paolo Stoppa. Non un detective alla Sherlock Holmes, ma piuttosto alla Maigret, abituato a raccogliere confidenze dalle portinaie e a frequentare i quartieri popolari di Milano, la città dove vive e opera. Ecco, è questo aspetto che Luca Crovi ha particolarmente sottolineato nel riportare in libreria il poliziotto di De Angelis, rendendolo non-protagonista di un non-giallo, perché (e in questo consiste la trovata alla base de "L'ombra del campione") non c'è un caso preciso su cui indagare, un solo inquietante mistero da risolvere, ma ci sono tante spaccati della realtà quotidiana, politica e sociale della Milano del 1928. Il campione a cui si riferisce il titolo è Giuseppe Meazza, il calciatore, che qui è agli esordi e si allena nei campetti di periferia nei pressi di San Vittore. Anche su di lui vengono raccontati alcuni aneddoti che Crovi ha saccheggiato qua e là. De Vincenzi è il fil rouge che unisce più storie, piccole e grandi, testimone più che protagonista, anche quando si trova coinvolto, suo malgrado, in un attentato al Re in visita alla Fiera. Fallito, ma che costò la vita a decine di persone. Le indagini vengono subito prese in mano da investigatori del regime (siamo nei primi abbi del fascismo), non è il commissario che deve indagare, e infatti non si giunge a scoprire quale sia la verità. Crovi mostra con abilità il clima da anni di piombo della Milano dell'epoca (attentati del genere si ripetevano con drammatica frequenza), ma soprattutto mostra la realtà sociale di una città dinamica e in rapido sviluppo dopo gli anni della Prima Guerra Mondiale, ma che accanto a meraviglie come l'idroscalo e il planetario faceva i conti anche con la povertà atavica di certi quartieri popolari e con una malavita diffusa, solidale però e ben diversa dalla brutalità dei criminali di oggi. Tanti racconti uniti in una unica rassegna, che pare continuerà in altri romanzi.
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