Gianrico Carofiglio
LA MISURA DEL TEMPO
Einaudi
2019, 284 pagine
brossurato, 18 euro
I gialli di Gianrico Carofiglio con protagonista l'avvocato Guido Guerrieri, ma anche quelli con il maresciallo Fenoglio, mi fanno regolarmente pensare a un paragone, non so quanto azzeccato, con Ed McBain e il suo 87° distretto. Si dice di solito che McBain sia stato l'indiscusso maestro del "pollice procedural", cioè del caso poliziesco condotto mostrando le reali procedure della Polizia (un po' come in CSI, ma cinquant'anni prima)l, con tanto di riproduzione del moduli da compilare in uso nei commissariati. Anche Carofiglio, che ha fatto per anni il magistrato, conosce a menadito le procedure dei tribunali e delle autorità inquirenti e si può permettere di descriverle con cognizione di causa. Ma c'è dell'altro. McBain non si limita alle indagini, racconta anche, con indiscutibile talento, le vicende umane della vittima così come dei poliziotti del distretto da lui scelto come teatrino dei suoi romanzi. Allo stesso modo lo scrittore pugliese, a cui l'etichetta di "giallista" sta sicuramente stretta, scava nelle psicologie dei suoi personaggi e Guido Guerrieri finisce per essere qualcosa di più di un semplice investigatore. Ma coinvolgenti sono anche i risvolti che ci vengono mostrati della vita delle altre figure condotte sulla scena. McBain, infine, rende protagonista delle sue storie una città immaginaria, Isola (non si può non riconoscerci Manhattan). Carofiglio, allo stessi modo, ci va vedere Bari con i suoi occhi, così come ci permette di sentirne suoni, sapori e odori con gli altri sensi. "La misura del tempo" è un romanzo tipico della serie dedicata a Guido Guerrieri, e non svetta perché il livello di tutti è sempre alto. Mi sono trovato a riflettere su come mi sia emozionato attendendo la lettura della sentenza sul caso di Iacopo Cardace così come era accaduto negli altri gialli per gli altri casi. Sentenza che mi ha sorpreso più del solito, devo dire, senza anticipare nulla. Iacopo è il figlio del primo grande amore di Guido Guerrieri, Lorenza, una ragazza con cui trent'anni prima aveva avuto una storia e di cui poi aveva perso le tracce. E' in prigione dopo una condanna in primo grado per l'omicidio di uno spacciatore, e adesso c'è l'appello. Lorenzo si rivolge a Guido perché rovesci il verdetto. Il problema è che tutti sembra accusare Iacopo, e che Guido non è affatto convinto che il giovane, venticinquenne, sua innocente. Carofiglio usa la vicenda per dare uno spaccato sulle dinamiche interne alla magistratura e all'avvocatura, propone pagine di verbali, commenta le sentenze e, con l'escamotage di mostrare Guerrieri tenere un corso a dei giovani aspiranti magistrati, fa una lezione di diritto in punta di penna. Bene, bravo, bis.
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