sabato 3 ottobre 2020

L'ORRENDO DELITTO DEL VICOLO BABBINI

 


Claudio Nizzi
L'ORRENDO DELITTO DEL VICOLO BABBINI
Adelmo Iaccheri Editore
brossurato, 2020
180 pagine, 15 euro

 

Il sesto romanzo del ciclo di Borgo Torre non si svolge a Borgo Torre ma a Pavullo. Chi ha letto i primi cinque è in grado di capire di che cosa stiamo parlando, per gli altri è necessario un breve riassunto delle puntate precedenti. Innanzitutto, l'autore è Claudio Nizzi, ovvero uno dei maggiori sceneggiatori italiani di fumetti (per quantità e qualità di opere pubblicate nel corso di una carriera più che sessantennale (ci basti qui ricordarlo per Tex). Nizzi è nativo di Fiumalbo, ridente borgo del Frignano, zona appenninica in provincia di Modena, dove trascorre molti mesi dell'anno. Nel 2008 ha dato alle stampe, grazie a un editore locale, un romanzo intitolato "L'epidemia", ambientato negli anni Cinquanta in un paese di montagna chiamato Borgo Torre, che assomiglia molto appunto a Fiumalbo, ma è una località di fantasia. Quel libro gli è riuscito piuttosto bene, e così nel 2009 ecco "Il federale di Borgo Torre", e nel 2010 "Il pretino" e "L'americano", quindi nel 2017 "I delitti di Borgo Torre". Inizialmente i carabinieri del paesello, e in particolare il maresciallo Caruso, sono personaggi inseriti in un contesto corale, poi l'aspetto giallo delle vicende comincia a prevalere sugli altri. Resta però il set provinciale e montanaro, con tutti i risvolti di commedia anche piccanti che si possono immaginare nelle tresche di una piccola comunità, ma anche agganci con la realtà storica e la ricostruzione della vita quotidiana sull'Appennino nel dopoguerra, e dunque anche con risvolti drammatici. Tutti i romanzi sono divertenti e gradevoli, scritti peraltro in punta di penna, utilizzando un linguaggio elegantissimo e puntuale, con frasi brevi in cui non c'è mai una parola di troppo ma che sono in grado di restituire l'efficacia di ogni scena come se la si vedesse scorrere davanti agli occhi un una pellicola in bianco e nero, esseziale ma ficcante, di un film degli anni giovanili di Nino Manfredi o Ugo Tognazzi. "L'orrendo delitto del vicolo Babbini", sesto titolo della saga, vede il maresciallo Lello Caruso trasferirsi per qualche settimana a Pavullo, località realmente esistente nel Frignano, confinante con l'immaginario comune di Borgo Torre, dove è stato scoperto un corpo di donna tagliato a pezzi e abbandonato in un sacco. Le indagini imboccano la pista di una setta satanica, con la scoperta di insospettabili cittadini pavullesi usi a mascherarsi per eseguire improbabili riti magici. Saranno davvero loro i responsabili? Come al solito, le indagini di Caruso, investigatore che non brilla di particolare acume ma che macina interrogatori come uno schiacciasassi, servono anche a descrivere una società di provincia di anni passati in bianco e nero ma per certi versi più divertenti e colorati dei giorni di oggi.

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