Guido Nolitta
Alfredo Castelli
Gallieno Ferri
IL REGNO DELLE TENEBRE
Sergio Bonelli Editore
2024, brossurato
530 pagine, 18 euro
La collana “Zagor contro il Vampiro” si inserisce sulla scia del successo dei precedenti sette volumi dedicati da Sergio Bonelli Editore alle avventure in cui lo Spirito con la Scure affronta il professor Hellingen. Questa volta i volumi sono soltanto cinque, ma tutti ponderosi, e “Il regno delle tenebre” è il primo. Raccoglie, in un tomo di oltre cinquecento pagine, le prime due storie dell’eroe di Darkwood alle prese con il barone vampiro Bela Rakosi, la prima scritta da Guido Nolitta (alias lo stesso Bonelli) nel 1972, la seconda dovuta ad Alfredo Castelli e giunta in edicola nel 1981, entrambe illustrate da Gallieno Ferri. Nella collana saranno inserite anche gli episodi in cui Rakosi non compare ma ne sono protagonisti la rossa vampira Ylenia Varga e il vampirologo dottor Metrevelic, così da offrire al lettore un quadro completo (ma questo lo vedremo nei prossimi volumi, in questo Rakosi fa la parte del leone). A corredo de “Il regno delle tenebre” trova spazio un apparato critico affidato al sottoscritto. Riporto qui di seguito un estratto della mia (assai più lunga) introduzione.
VITA, NON MORTE E MIRACOLI
di Moreno Burattini
Bela Rakosi: già il nome del vampiro affrontato da Zagor nelle pagine che vi apprestate a leggere rivela, se non tutto, di certo parecchio. Rende evidente, per esempio, come lo sceneggiatore Guido Nolitta (questo lo pseudonimo sotto cui si nascondeva l’editore Sergio Bonelli) non si preoccupò di nascondere più di tanto l’ispirazione cinematografica. Anzi, come si sarebbe detto in seguito, la palesò come una “citazione”. E’ chiaro che alla base della scelta del nome c’è il preciso riferimento all’ungherese Bela Lugosi (1982-1956), un attore, cioè, passato alla storia del cinema per essere stato uno dei più celebri Dracula dello schermo, grazie a un film del 1931 della Casa di produzione americana Universal, diretto da Tod Browning. L’interpretazione di Lugosi caratterizzò per decenni, nell’immaginario collettivo, la figura del vampiro vestito elegantemente e solito a dormire in una bara. Gallieno Ferri, il creatore grafico di Zagor, scegliendo le sembianze del non morto, fece invece riferimento a Christopher Lee (1922-2015), un altro Dracula cinematografico, protagonista di vari film di produzione inglese della Hammer, a partire dal primo del 1958 diretto da Terence Fisher, senza dimenticarsi di citare, in una copertina, l’ombra del Nosferatu di Murnau (1922). Che un vampiro di origini ungheresi si dovesse chiamare Bela sembrò a Bonelli una trovata divertente, una sorta di strizzata d’occhio verso i lettori. A trovare il cognome bastò allo sceneggiatore fare riferimento alla politica internazionale: Màtyàs Ràkosi (1892-1971) fu infatti il leader della Repubblica Popolare d’Ungheria fra il 1945 e il 1956. Nolitta e Ferri, insomma, citando rispettivamente Lugosi e Lee nel dar vita (o non morte) al loro vampiro, vogliono indicare chiaramente che non al Conte Dracula del romanzo del 1897 scritto da Bram Stoker ci si stava rifacendo, ma proprio ai film “di paura” degli loro anni verdi. L’spirazione è cinematografica, dunque, prima che letteraria, anche se poi, nel proseguo della saga zagoriana, i riferimenti alle tradizioni e alle leggende popolari transilvaniche (da cui attinse Stoker e, prima di lui, John Willian Polidori) non sarebbero mancati, come avremo modo di annotare presentando i prossimi volumi di questa collana.
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