mercoledì 9 dicembre 2015

LA ZATTERA DI GHIACCIO



LA ZATTERA DI GHIACCIO
di Rudolf Blaumanis
Sellerio
1995, brossurato,
64 pagine, 6.20 euro

"La zattera di ghiaccio" è un romanzo breve inserito nella collana "Il mare" diretta da Salvatore Mazzarella che scrive l'introduzione, mentre c'è una postfazione di Renzo Oliva che inquadra bene l'autore nel suo tempo e nella sua collocazione culturale e geografica. Rudolfs Blaumanis nacque infatti in Livonia (una regione della Lettonia) nel 1863 e morì in Finlandia nel 1908, dunque piuttosto giovane. Scrittore realistico con grande senso del dramma (tant'è vero che fu anche drammaturgo) si rivela in grado di raccontare in modo efficace storie della sua gente e delle sue terre. "La zattera di ghiaccio" ne è un esempio fulminante, fin dall'incipit: "Ancora soffiava il vento da sud-ovest, e ancor di più l'enorme lastra di ghiaccio, galleggiando, si spingeva in alto mare. Sul lastrone si trovavano quattordici pescatori e due cavalli". Dopo poche righe così, chi riuscirebbe a non proseguire, per capire che cosa è accaduto e che casa accadrà? I pescatori avevano fatto fori nel ghiaccio del Mar Baltico per calare in acqua le reti, e tirarle su con i cavalli, ma si erano accorti troppo tardi che la lastra su cui si trovavano si era staccata dalla costa e aveva cominciato ad andare alla deriva. Uno di loro si era gettato in acqua per cercare di raggiungere la riva a nuoto, ma era annegato dopo poche bracciate, vinto dal freddo, sotto gli occhi dei compagni. Il dramma comincia così. Niente per difendersi del gelo della notte, niente acqua da bere (il ghiaccio non disseta, come sanno bene gli esploratori artici e gli alpinisti), il pesce solo crudo da mangiare e dei cavalli da macellare, senza sapere bene come. Nessuna speranza di salvezza se non quella dell'arrivo di una nave in tempi rapidi, molto rapidi, visto che la zattera di ghiaccio comincia a frantumarsi. Una prima divisione separa il gruppo, e per i pochi rimasti dalla parte sbagliata, senza cibo, è la fine. I sopravvissuti cominciano a litigare, qualcuno nasconde agli altri la fiaschetta del liquore o vuole vendere il pesce che considera suo e non dividerlo. Si tira a sorte chi debba togliersi la camicia per issarla come una bandiera. Un padre incoraggia il figlio, in molti subentra il fatalismo. Finché arriva una piccola barca in soccorso: ma non c'è posto per tutti! Solo sette potranno essere salvati, e i naufraghi sono dieci. Come scegliere chi vivrà, e chi sarà condannato a morire? Il tutto raccontato con la prosa asciutta del narratore abituato a non sprecare parole inutili, com'è tipico della gente del nord.

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