Raymond Carver
IL MESTIERE DI SCRIVERE
Einaudi
Tascabili Stile Libero
maggio 1997
A cura di William L. Stull e Riccardo Duranti
brossurato
- 178 pagine - lire 13.000
Questa breve ma aurea antologia di scritti carveriani non offre testi letterari dello scrittore americano Raymond Carber (Clatskanie, 25 maggio 1938 – Port Angeles, 2 agosto 1988), ma solo suoi articoli o brevi saggi autobiografici e autocritici, più alcune testimonianze. Però la lettura del libro basta e avanza per capire quale sia il talento dell’autore e la sua levatura letteraria. Lo stile dei suoi saggi è già testimonianza dello stile dei suoi racconti, giacché uno che scrive in maniera così chiara eppure così musicale e poetica non può che essere un grande artista della penna. Di Carver, del resto, si dice che scrivesse racconti come se scrivesse poesie, e poesie come se scrivesse racconti. Maniacale la sua attenzione alla cura dell’espressione, alla scelta delle parole e perfino della punteggiatura. Citando Isaac Babel, dice: “Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto”. Scrive Carver: “Le parole sono tutto quello che abbiamo, perciò è meglio siano quelle giuste”. E ancora: “Se non si riesce, dico io, a rendere quel che si scrive al meglio delle nostre possibilità, allora che si scrive a fare?”. La parte autobiografica dell’antologia ci racconta di un uomo che si è fatto da solo, incarnazione letteraria del sogno americano: nato povero, maturato attraverso grande difficoltà, segnato dall'alcolismo, con una famiglia da mantenere, autodidatta e infine scrittore di racconti e poesie di grande successo. Raymond Curver tenne a lungo anche dei corsi di scrittura creativa, che inizialmente costituirono, certamente, anche un modo per guadagnarsi da vivere, ma poi diventarono un esercizio alla disciplina anche per lui e rappresentarono un suo modo di essere: si dice che le sue lezioni fossero memorabili. Carver era consapevole del suo "mestiere" e rifletteva sul senso del narrare confrontandosi con grandi scrittori suoi maestri (da Cechov a Hemingway) in particolare sulla forma della short-story, quella a lui più congeniale. Curato dal biografo americano di Carver e da uno dei suoi traduttori, "Il mestiere di scrivere" raccoglie brevi saggi, note e articoli che hanno come tema la letteratura e il suo insegnamento. C'è anche un prezioso inedito: la trascrizione della registrazione di un’intera lezione di scrittura nella quale l’autore, in modo colloquiale, esamina i racconti dei suoi allievi. Per Carver il lavoro dello scrittore consiste nella capacità di liberarsi del superfluo. Detestava i "trucchi" letterari, anche quelli ben riusciti: "Niente trucchi da quattro soldi - consigli per scrivere onestamente" è infatti il titolo di un altro suo celebre saggio. Si legge in quarta di copertina: «Il rispetto e l’amore per la nitidezza, la precisione, l’attenzione al dettaglio che cerca di comunicare ai suoi studenti sono il frutto di una ricerca letteraria che non è possibile separare – e questo libro, così intimo e personale, ne è una testimonianza – dalla vita dello scrittore. Completa il volume una sezione di “cinquanta esercizi di scrittura creativa” con l’indicazione dei racconti nei quali Carver “svolge” il tema proposto nell’esercizio».
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