venerdì 31 agosto 2018

I RACCONTI DI OSCAR



Mauro Adorni
I RACCONTI DI OSCAR
Ficcadori Editore
brossurato, 1998
100 pagine

Il dialetto di Sissa è del tutto diverso da quello dei paesi vicini (siamo lungo la riva del Po dalle parti di Colorno, nei pressi di Parma). Si parla soltanto lì, non esistono né grammatiche né vocabolari. Però, proprio in sissese Mauro Adorni ha scritto i suoi racconti e le sue poesie raccolte in questo libro, che Luigi Alfieri ha tradotto in italiano lasciando il testo originario a fronte. Ora, il motivo per cui mi sia messo a leggere le storie del falegname Oscar e di sua sorella Lina non è del tutto chiaro neppure a me, però credo sia in relazione al fatto che Adorni (classe 1941) è un attore comico dialettale descritto come "irresistibile" da Paolo Briganti, autore dell'introduzione. Attore, capomico, ma anche autore di testi (almeno una ventina le sue commedie), poeta: "Chi ha visto e sentito almeno una volta Mauro Adorni recitare sul palcoscenico potrà godere ancora di più (nel leggere questi racconti) pensando alle sue maschere, alla sua voce, ai suoi sguardi, alle sue timidezze che tanto ricordano il grande Gilberto Govi". Ecco: ho fatto la prova. Mi sono messo a confrontare il testo dialettale con la traduzione: "A riva in biciclata la moiera dal masalén par dir che so marì l'era stà mal durant la nota e al n'sa sintéva mia ad masar". In italiano: "Arriva in bicicletta la moglie del norcino per dire che suo marito si era sentito male durante la notte e non era in grado di dar luogo alla maialatura". Cioè, per quel che capisco, l'uccisione del maiale. Ecco, con tutto il rispetto per il traduttore, il racconto ha senso solo se immaginato letto da Adorni in sissese. Come capita, del resto, e qui faccio un riferimento alla mia personale esperienza di commediografo vernacolare, per le commedie in vernacolo fiorentino che si cerca di tradurre in lingua. "I racconti di Oscar" non hanno un gran trama: sono brevi scenette tratte dalla vita di campagna com'era un tempo, anche piuttosto triviali (flatulenze, mal di pancia, scherzi da cortile o da osteria), ma l'estro dialettale con cui vengono raccontate vale la lettura.

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