domenica 3 febbraio 2019

TRA VIA VALPARAISO E IL WEST



Antonio Alessandro

TRA VIA VALPARAISO E IL WEST
Aracne
2018, brossurato
220 pagine, 16 euro

"C'era una volta un bambino segretamente convinto che i soldatini avessero un'anima. Affascinato da una favola che narrava l'amore tra un soldatino di piombo senza una gamba e la ballerina di un carillon, si era persuaso che i soldatini, inanimati di giorno, di notte prendessero vita e protetti dall'oscurità diventassero protagonisti di storie che nessuno avrebbe mai visto". Quel bambino, autore del libro "Tra via Valparaiso e il West" di cui quelle citate sono le prime righe, si chiama Antonio Alessandro, classe 1962, direttore sanitario di una clinica calabrese: un distinto signore della mia stessa età, che ancora oggi gioca con i soldatini.  Della passione per questo particolare tipo di giocattoli, ai giorni nostri oggetto di collezione, avevo già parlato commentando un altro libro, "Fatti della stessa pasta". In quel caso, si parlava di soldatini di "pasta", una sorta di cartapesta, usata in anni precedenti a quelli di cui tratta invece Antonio Alessandro: i soldatini di plastica della storica ditta Nardi. Soldatini che ho amato molto anche io, da bambino, perché diversi dagli altri: belli, colorati, smontabili, resistenti, eleganti nella proporzioni delle anatomie e nelle pose, precisi nei dettagli e plausibili nella ricostruzione della foggia delle divise e delle armi. Di grande qualità, anche al tatto, nonostante si potessero facilmente acquistare nel negozio sotto casa, e fossero alla portata di tutte le tasche. Il fatto che i soldatini Nardi potessero essere smontati e ricostruiti in pose diverse (erano sostituibili la base, il cavallo, il busto, l'arma impugnata) e fossero colorati in modo impeccabile, rendeva i soldatini Nardi affascinanti e "giocabili".

L'autore ricostruisce la storia della casa di produzione, nata a Milano nel 1946 per iniziativa di Guido e Gaetano Nardi, supportati dall'imprenscindibile scultore dei prototipi in gesso , il signor Marino. Nel 1962 la sede venne spostata, dalle precedenti collocazioni, in Via Valparaiso 4: da qui il titolo del libro, che cita Guccini ("Tra la via Emilia e il West"). Nel 1971, in seguito alla morte dei fondatori, la società passa nelle mani di Francesco Nardi, figlio di Guido. Finché, nel 1979 un incendio appiccato da un piromane manda in fumo tutto lo stabilimento distruggendo non solo la linea di produzione, scorte di materie plastiche e il magazzino ma anche gli stampi in metallo e i prototipi di gesso da cui si ricavavano i soldatini, polverizzando 2500 modelli e rendendo impossibile la ripresa della produzione.  
Molte serie Nardi facevano riferimento all'immaginario western, ma c'erano anche marines, alpini, bersaglieri, sommozzatori, così come vennero prodotti scenari su cui collocarli.
Antonio Alessandro documenta tutto con belle foto, ma il suo non è un arido catalogo per collezionisti: vengono commentate le pose e i costumi, così come le particolarità, si confrontano i pezzi Nardi con quelli della "concorrenza", si fanno ipotesi su falsi e imitazioni, si esaminano le tecniche commerciali e le pubblicità, si intervistano i Nardi. Un libro bello da vedere e da leggere, frutto di autentica passione. C'è un sito, curato dall'autore, che si può visitare: www.soldatininardi.it

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