Piergiorgio Odifreddi
DIZIONARIO DELLA STUPIDITA'
Rizzoli
cartonato, 2016
380 pagine, 18 euro
Oltre a essere un luminare in campo matematico, Piergiorgio Odifreddi (1950) è anche un bravo divulgatore scientifico e un eccellente polemista. Seguendolo nella sua rubrica su ogni numero de "Le Scienze" e lungo il percorso tracciato con i suoi numerosi libri (i libri di un matematico non possono che essere numerosi) lo si scopre esperto anche in campo filosofico e letterario. Quando polemizza, di solito se la prende con tre bersagli: la religione, gli Stati Uniti d'America e gli esponenti dei partiti politici che non sono ostili alla religione e agli Stati Uniti d'America. Se si riesce, e io ci riesco benissimo, a fargli la tara da questo punto di vista, è sempre interessante e piacevole leggerlo. Uno dei libri a sua firma che mi è piaciuto di più è "La Via Lattea", scritto con Sergio Valzania lungo il cammino di Santiago, percorso dai due autori riportando l'uno le proprie riflessioni da ateo, l'altro le proprie meditazioni da cattolico praticante. Il "Dizionario della stupidità" appartiene al filone polemico odifreddiano, e consiste in trecento voci, di una pagina ciascuna, da "Abitudini" a "Zichichi". Le voci possono essere appunto dedicate a persone (Yeats, Croce, Diderot, Berlusconi, Flaubert, papa Francesco...), a teorie scientifiche, economiche o filosofiche (creazionismo, capitalismo, esistenzialismo, metafisica, omeopatia, new age, etica...), alla religione (Dio, Padre Pio, Lucifero, miracoli, transustanziazione, Sacra Famiglia, Maometto...), a fenomeni sociali o di costume (droga, femminicidio, divorzio, crisi, Grande Fratello), o a quel che gli pare (funerali, donne, coincidenze, burocrazia, incompetenti...). Su ogni argomento, Odifreddi dice la sua evidenziando la stupidaggine di questo o quello e rimandando, nel suo commentare, ad altre voci del dizionario (questi rimandi finiscono per essere fastidiosi). Molti temi avrebbero avuto bisogno di ben più lunghe trattazioni, ma l'autore è inflessibile: qualunque sia la caratura dell'oggetto del contendere, lo spazio è di una pagina. Questo permette una lettura agevole anche andando avanti e indietro a spizzichi e bocconi. Talvolta (il più delle volte, per quanto mi riguarda) capita di essere d'accordo, altre volte verrebbe da obiettare. Ma il libro è di Odifreddi e non nostro, ed è giusto che sia lui a dire la sua. Del resto, nella prefazione l'autore ammette che si è tutti un po' stupidi a turno. Sulla stupidità della società che ci circonda è uscito, un paio di anni dopo, un altro libro: "Scemocrazia", di Massimiliano Parente. Ecco, volendo fare un confronto, il testo di Parente è meglio scritto, meglio argomentato e più divertente. A volte il professore matematico sembra un po' troppo saccente, uno di quelli che son tutti scemi tranne lui: il che magari è vero.
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