giovedì 18 agosto 2022

COME RACCONTARE CON SUCCESSO LE BARZELLETTE

 

 


 

John Popper
COME RACCONTARE CON SUCCESSO LE BARZELLETTE
De Vecchi
brossura, 1961
208 pagine - 750 lire


"Il segreto di molti uomini di successo è spesso una barzelletta ben raccontata", recita una fascetta in copertina di questo ameno libercolo inserito nella Biblioteca Pratica De Vecchi, destinata a dare consigli su come riuscire nella vita. "Qualunque sia il vostro problema, in uno dei nostri numerosi volumi troverete la soluzione", si promette invece sul retro. Non riresco a convincermi che il non saper raccontare le barzellette possa costituire un problema, ma di sicuro leggere il manuale del misterioso John Popper (probabilmente un italiano nascosto sotto uno pseudonimo) non ne è la soluzione, perché proporre nel modo giusto una freddura o una storiella richiede un talento secondo me innato, e non si può cavar sangue dalle rape. Tuttavia, l'autore del manuale dà i consigli giusti: scegliere l'occasione adatta, così come l'uditorio adatto (non tutte le barzellette si possono raccontare a chiunque), non imporsi a tutti i costi, misurarsi, riuscire a capire quando iniziare e quando smettere, non far calare la battuta dall'alto fermandosi ad accertarsi che le premesse siano state recepite o, peggio, chiedere alla fine se la si è capita. I raccontatori di barzellette possono essere (e spesso lo sono) addirittura fastidiosi, però condivido l'idea di Popper che poter frequentare un fuoriclasse rappresenti una fortuna. L’autore cerca di individuare le caratteristiche precipue dell’humor britannico, italiano e francese; poi cita passi letterari di famosi umoristi (da Wodehouse a Jerome); distingue fra la battuta estemporanea di uno che ha il dono dell’umorismo e la barzelletta vera e propria. Purtroppo le barzellette sembrano passate di moda, si sono fatte la nomea di forma di intrattenimento dozzinale e proporle a un uditorio è sempre più rischioso (il politicamente corretto tarpa le ali, sempre meno persone le apprezzano). In ogni caso, John Popper nel 1961 può ancora compilare una discreta rassegna pronta all’uso. Altri tempi. Almeno da questo punto di vista, più ilari.

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