Anat Gov
OH DIO MIO!
Giuntina
2016, brossurato,
100 pagine, 10 euro
Scritto come un testo teatrale ma sicuramente da leggersi anche e soprattutto come un testo letterario (del resto i testi teatrali fanno parte a pieno titolo della letteratura), "Oh Dio mio!" è un piccolo capolavoro di umorismo yiddish ma certamente non si può etichettare come scritto comico. Anzi, il drammatico prevale, visti i temi trattati. L'autrice, israeliana di Tiberiade (1953-2012), mette in scena l'incontro impossibile tra un psicoterapeuta, Ella, madre di un ragazzo autistico di dodici anni anni, Lior, e un insolito paziente venuto a farsi psicanalizzare, che si rivela essere Dio. Il Creatore fa un po' di fatica a convincere Ella che si tratta proprio di Lui, ma poi, di fronte all'evidenza di tante cose di lei che solo Colui Che E' può sapere, la psicologa accetta il dato di fatto e, con grande professionalità comincia il suo lavoro. Dio sembra vittima di una sindrome depressiva, dato che le cose, con l'Uomo, non sono andate per il verso giusto. Ella scava con metodo freudiano cercando di capire se alla base del mal di vivere divino ci siano i genitori assenti, e provoca con veri e propri colpi ai fianchi la reazione del paziente, messo sotto accusa. Tanto per cominciare, perché il Creatore ha voluto creare? Si sentiva solo? "Cerchi di ricordare il momento prima della decisione". E poi, possibile che creato l'Uomo, al primo sgarro sia stato così brutalmente punito e abbandonato? E i dieci comandamenti? Perché il primo non è "non uccidere" ma "non avrai altro Dio all'infuori di me"? Paura dell'abbandono? E che dire dell'odio verso le donne, fatte partorire con dolore? Gelosia perché Adamo preferiva Eva a Lui? Dio finisce quasi per perdere le staffe. Alla base della depressione divina sembra esserci il pasticciaccio brutto accaduto con Giobbe. Prima di quel fatto, Dio interveniva, parlava, era presente; dopo, quasi scompare dalla Bibbia. Non parla più. Che accadde, veramente? Alla fine, però, anche Ella si rende conto di venire psicanalizzata da Dio, per il dramma che vive con il figlio autistico. E sembra che il confronto sia terapeutico per entrambi. Dio non può fare a meno dell'uomo e l'uomo non può fare a meno di Dio?
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