mercoledì 18 aprile 2018

PYONGYANG






Guy Delisle
PYONGYANG 
Fusi Orari

2006
176 pagine
Come descrive il mondo Guy Delisle, nessuno.  L'ho scoperto anni fa seguendo l'autore nel suo viaggio a Pyongyang, la capitale della Corea del Nord, il paese più isolato del mondo, un luogo davvero ai confini della realtà. Anni fa, intendendo nel 2006 quando uscì in Italia il libro di graphic journalism "Pyongyang" realizzato nel 2003: vale a dire quando della Corea del Nord non parlava nessuno e Kim Jong-un non era ancora salito al potere (lo avrebbe fatto nel 2011). Delisle ha vissuto (praticamente guardato a vista) nella città coreana per due mesi, dovendo controllare la lavorazione di una serie di cartoni animati francese affidata agli intercalatori locali, lavoratori particolarmente a basso costo. Gli stranieri sono ammessi con il contagocce dal regime, vengono alloggiati tutti in due o tre alberghi da cui non possono uscire se non sotto scorta. Da questa esperienza, l'autore ha tratto un reportage a tratti esilarante, a tratti drammatico. E' incredibile il grado di alienazione in cui una dittatura (in questo caso, comunista) possa ridurre milioni di persone, costrette a vivere in funzione dello stato e nel culto del "caro leader", la cui immagine campeggia dovunque come l'occhio del Grande Fratello. E se qualcuno non ne spolvera l'icona in cornice obbligatoriamente posta in casa propria, può essere denunciato dal vicino e deportato con tutta la famiglia in un campo di lavoro. Spero proprio che Karl Marx avesse in mente ben altro. Ai nord coreani il regime fa credere che le opere del fondatore dello stato, Kim Il-Sung, vengono studiate nelle università di tutto il mondo e che stanno facendo proseliti in vista del trionfo planetario della sua ideologia. Scrive Delisle (pagina 74): "C'è una domanda che vorrebbero fare tutti gli stranieri che visitano questo paese, una domanda che ci guardiamo bene dal fare a voce alta, una domanda che alla fine ci rivolgiamo in silenzio da soli: ma ci credono veramente a tutte queste stronzate che cercano di propinargli?". Fra le stronzate c'è la convinzione che gli abitanti della Corea del Sud vorrebbero tutti riunirsi entusiasticamente a quelli del Nord e che sono gli Stati Uniti a impedirglielo con la forza. Intanto, a Pyongyang la notte non c'è luce (salvo che quella che illumina la statua del dittatore), nei negozi non c'è merce, nelle autostrade non circolano le macchine, ma l'esercito è potentissimo e si testano continuamente nuovi missili in grado di colpire il Giappone. Un libro divertente ed inquietante che dimostra una volta di più come il fumetto possa servire a raccontare qualunque cosa, anche a fare reportage giornalistici. 

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