Raffaele Crovi
IL LUNGO VIAGGIO DI VITTORINI
Biografia – Marsilio
Collana Gli Specchi
Prima edizione 1998
brossurato
- 484 pagine - lire 32.000
Si
legge come un romanzo, benché sia una “biografia critica” molto rigorosa e
nonostante i temi trattati non siano acqua fresca: letteratura,
cultura, politica, società, storia. Merito della penna di Raffaele Crovi, che
conobbe Vittorini in gioventù e fu suo assistente negli ultimi giorni del
maestro. E se c’è un difetto del libro, è proprio quello di non dare abbastanza
spazio ai rapporti fra Crovi e Vittorini, come se per pudore l’autore della
biografia non abbia voluto descriverli meglio, limitandosi ad accennarvi. La
figura di Elio Vittorini è senza dubbio importantissima e la sua vita, o
meglio, il suo “lungo viaggio” è costellato di tappe davvero importanti, degne
di nota, piene di ammaestramenti in nuce. L’amicizia con Malaparte, la
collaborazione con riviste fasciste, poi il passaggio sul fronte comunista dopo
lo scoppiare della Guerra di Spagna, la vita clandestina durante la Resistenza,
il periodo del dopoguerra con la creazione del Politecnico e la rottura con
Togliatti che voleva manovrare la rivista e pretendeva di omologare tutti gli
intellettuali (Vittorini si sottrasse), quindi la direzione di varie collane di libri, di riviste (una su tutte, il "Politecnico") e
l’attività da talent-scout. Il tutto
intessuto con la scrittura di romanzi e racconti (il suo capolavoro, secondo me, è "Conversazione in Sicilia") con tanti progetti realizzati
quanti quelli abortiti, ma anche quelli realizzati pieni di riscritture e
ripensamenti; e poi la vita privata, le vacanze al mare, la prima moglie, poi
il divorzio, la seconda moglie, i vari figli, la morte drammatica del
primogenito; e anche le difficoltà economiche, la ricerca delle collaborazioni
negli anni precedenti la Guerra. E gli amici, i rapporti epistolari con
intellettuali italiani e stranieri. Un intellettuale vero, uno di cui si sente la mancanza. Quante cose da dire, da ricostruire, da
scrivere. Raffaele Crovi lo fa con grande abilità di narratore: il biografo che tutti vorremmo avere, perché per incuriosire non ricorre ai pettegolezzi. Anche di lui si sente la mancanza.
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