Gino Vercelli
L'UOMO DEL WEST
Allagalla
2022, cartonato
94 pagine, 19 euro
"Gino Vercelli al suo debutto nel western dopo anni di fantasy, horror e fantascienza dimostra un inaspettato talento anche in una storia di cavalli e polvere da sparo che sarebbe piaciuta al suo antico maestro, Roy Dami". Così commenta Claudio Nizzi, uno che di western se ne intende, in quarta di copertina. Incuriosito, sono andato a informarmi come e quando Gino Vercelli (che a dispetto del cognome è nato in provincia di Asti, nel 1961) sia stato allievo del mitico D'Amy (per usare il suo nome d'arte). Ho scoperto così che Gino, uscito nel 1978 dall'Istituto d'Arte, ha effettivamente per un paio d'anni "a bottega" nello studio grafico di Rinaldo Dami, da cui sono usciti fumetti memorabili e schiere di fumettisti (tra cui Giovanni Ticci e Renzo Calegari), fino alla prematura scomparsa del titolare, avvenuta nel 1979. Ma ormai Vercelli aveva imparato i rudimenti del mestiere e tra il 1981 e il 1988 lavora per "Boy Music" della Rizzoli, per la Edifumetto di Renzo Barbieri e per LancioStory. Finché eccolo entrare in Bonelli, chiamato a disegnare prima per "Zona X", poi per "Martin Mystère" quindi per Nathan Never, Jonathan Steele e Dampyr. Eppure, nonostante tanta applicazione sul versante fantastico della produzione bonelliana, lo scopriamo oggi, grazie ad Allagalla, autore completo (testi e disegni) perfettamente a suo agio nel Far West. Una passione nata, evidentemente (come per tanti della nostra generazione - il vostro recensore ci si riconosce pure lui) da tanti film e fumetti western, che lo ha spinto a lavorare per proprio gusto personale a un racconto tenuto a lungo nel cassetto fino alla proposta in volume consegnato ai lettori nel 2022. Si tratta di un racconto senza respiro destinato soprattutto ai cultori del western con tante sparatorie, tanta polvere, tanti cavalli, tanti morti ammazzati, narrato con il ritmo rapido e sincopato delle riviste popolari di un tempo (appunto come "Boy Music" e "LancioStory"), il cui standard viene adottato al formato del graphic novel. Ci imbattiamo in spunti a ripetizione che, se approfonditi, basterebbero per una miniserie (a fumetti a anche in TV), che però Vercelli si gioca in poche vignette puntando più sugli inseguimenti e sulle sparatorie. Ci sono tutti gli elementi più classici del genere: la rapina in banca, il covo dei banditi, la bella del saloon, il boss del paese, gli indiani, i solati, i tradimenti e i doppi giochi, un segreto famigliare, e si passa da una situazione all'altra con grande velocità. Non c'è nessuna divisione netta tra buoni e cattivi, perché anche il biondo protagonista non è uno stinco di santo. Il tutto raccontato con un tratto sporco e graffiato, ma funzionale alla narrazione che scorre veloce.
L'UOMO DEL WEST
Allagalla
2022, cartonato
94 pagine, 19 euro
"Gino Vercelli al suo debutto nel western dopo anni di fantasy, horror e fantascienza dimostra un inaspettato talento anche in una storia di cavalli e polvere da sparo che sarebbe piaciuta al suo antico maestro, Roy Dami". Così commenta Claudio Nizzi, uno che di western se ne intende, in quarta di copertina. Incuriosito, sono andato a informarmi come e quando Gino Vercelli (che a dispetto del cognome è nato in provincia di Asti, nel 1961) sia stato allievo del mitico D'Amy (per usare il suo nome d'arte). Ho scoperto così che Gino, uscito nel 1978 dall'Istituto d'Arte, ha effettivamente per un paio d'anni "a bottega" nello studio grafico di Rinaldo Dami, da cui sono usciti fumetti memorabili e schiere di fumettisti (tra cui Giovanni Ticci e Renzo Calegari), fino alla prematura scomparsa del titolare, avvenuta nel 1979. Ma ormai Vercelli aveva imparato i rudimenti del mestiere e tra il 1981 e il 1988 lavora per "Boy Music" della Rizzoli, per la Edifumetto di Renzo Barbieri e per LancioStory. Finché eccolo entrare in Bonelli, chiamato a disegnare prima per "Zona X", poi per "Martin Mystère" quindi per Nathan Never, Jonathan Steele e Dampyr. Eppure, nonostante tanta applicazione sul versante fantastico della produzione bonelliana, lo scopriamo oggi, grazie ad Allagalla, autore completo (testi e disegni) perfettamente a suo agio nel Far West. Una passione nata, evidentemente (come per tanti della nostra generazione - il vostro recensore ci si riconosce pure lui) da tanti film e fumetti western, che lo ha spinto a lavorare per proprio gusto personale a un racconto tenuto a lungo nel cassetto fino alla proposta in volume consegnato ai lettori nel 2022. Si tratta di un racconto senza respiro destinato soprattutto ai cultori del western con tante sparatorie, tanta polvere, tanti cavalli, tanti morti ammazzati, narrato con il ritmo rapido e sincopato delle riviste popolari di un tempo (appunto come "Boy Music" e "LancioStory"), il cui standard viene adottato al formato del graphic novel. Ci imbattiamo in spunti a ripetizione che, se approfonditi, basterebbero per una miniserie (a fumetti a anche in TV), che però Vercelli si gioca in poche vignette puntando più sugli inseguimenti e sulle sparatorie. Ci sono tutti gli elementi più classici del genere: la rapina in banca, il covo dei banditi, la bella del saloon, il boss del paese, gli indiani, i solati, i tradimenti e i doppi giochi, un segreto famigliare, e si passa da una situazione all'altra con grande velocità. Non c'è nessuna divisione netta tra buoni e cattivi, perché anche il biondo protagonista non è uno stinco di santo. Il tutto raccontato con un tratto sporco e graffiato, ma funzionale alla narrazione che scorre veloce.
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