brossrato, 2023
372 pagine, 20 euro
372 pagine, 20 euro
Un
libro davvero straordinario in cui in ogni pagina c'è una sorpresa. Si scoprono film, cortometraggi, video
per il web ispirati da fumetti italiani, dagli inizi del
Novecento fino ad oggi, con nomi e titoli sorprendenti (e una sorprendente prefazione
di Alfredo Castelli). Dopo la pubblicazione nel 2021 di “Dalla carta alla pellicola. Storia dei cinecomic internazionali” (in cui si analizzava la casistica dal punto di vista delle produzioni estere) Riccardo Renda ci consegna oggi il volume “Storia dei cinefumetti italiani”. Questo secondo lavoro approfondisce la relazione tra cinema e fumetto in Italia, dimostrando come nel nostro Paese il dialogo tra settima e nona arte sia stato molto più intenso di quanto generalmente si creda.
La prima parte del volume è dedicata proprio alle trasposizioni su pellicola di fumetti italiani, sia con produzioni realizzate nel nostro paese che all’estero (come le pellicole turche su Zagor), oltre a quei fumetti stranieri che hanno potuto godere di una versione italiana in live action (si pensi al Lucky Luke di Terence Hill). Collocando i titoli in successione cronologica, Renda permette di apprezzare come la loro scansione temporale tracci delle tappe che corrispondono a precise fasi nell’evoluzione del fumetto nostrano (dal “Corriere dei Piccoli” a Zerocalcare): il cinefumetto diviene così anche una chiave di lettura storica, sociale e culturale. La disamina prende le mosse dai primi contatti tra le due arti, risalenti non al 1941 con "Cenerentola e il Signor Bonaventura", come frettolosamente riportato finora da molti saggisti, bensì all’epoca del muto, con alcune pellicole ispirate a personaggi di carta statunitensi. Il tutto corredato da dati accuratamente verificati e foto di difficile reperibilità.
Dai primi del Novecento a seguire, si passano così in rassegna cronologica le varie opere tratte da fumetti italiani e i generi affrontati (racconti per l’infanzia, western, nero criminale, erotico, umoristico, fumetto d’autore), sino a giungere ai giorni nostri, con il secondo capitolo del Diabolik dei Manetti Bros.
La seconda parte del volume descrive invece il percorso inverso, ovvero quello che dalla pellicola ha condotto le storie e i personaggi a prendere vita su carta, illustrando, seppur per sommi capi, quei fumetti italiani che hanno tratto ispirazione dal cinema. Si segnalano anche gli scambi di ruolo in cui gli artisti del cinema e del fumetto si sono voluti confrontare rispettivamente con il mondo delle “nuvole parlanti” e della celluloide (si pensi al Fellini fumettista o a Gipi regista, ma c'è anche Roberto Recchioni). Completano il volume, una galleria di manifesti e locandine : una delizia per gli occhi.
La prima parte del volume è dedicata proprio alle trasposizioni su pellicola di fumetti italiani, sia con produzioni realizzate nel nostro paese che all’estero (come le pellicole turche su Zagor), oltre a quei fumetti stranieri che hanno potuto godere di una versione italiana in live action (si pensi al Lucky Luke di Terence Hill). Collocando i titoli in successione cronologica, Renda permette di apprezzare come la loro scansione temporale tracci delle tappe che corrispondono a precise fasi nell’evoluzione del fumetto nostrano (dal “Corriere dei Piccoli” a Zerocalcare): il cinefumetto diviene così anche una chiave di lettura storica, sociale e culturale. La disamina prende le mosse dai primi contatti tra le due arti, risalenti non al 1941 con "Cenerentola e il Signor Bonaventura", come frettolosamente riportato finora da molti saggisti, bensì all’epoca del muto, con alcune pellicole ispirate a personaggi di carta statunitensi. Il tutto corredato da dati accuratamente verificati e foto di difficile reperibilità.
Dai primi del Novecento a seguire, si passano così in rassegna cronologica le varie opere tratte da fumetti italiani e i generi affrontati (racconti per l’infanzia, western, nero criminale, erotico, umoristico, fumetto d’autore), sino a giungere ai giorni nostri, con il secondo capitolo del Diabolik dei Manetti Bros.
La seconda parte del volume descrive invece il percorso inverso, ovvero quello che dalla pellicola ha condotto le storie e i personaggi a prendere vita su carta, illustrando, seppur per sommi capi, quei fumetti italiani che hanno tratto ispirazione dal cinema. Si segnalano anche gli scambi di ruolo in cui gli artisti del cinema e del fumetto si sono voluti confrontare rispettivamente con il mondo delle “nuvole parlanti” e della celluloide (si pensi al Fellini fumettista o a Gipi regista, ma c'è anche Roberto Recchioni). Completano il volume, una galleria di manifesti e locandine : una delizia per gli occhi.
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