Francesco Artibani
Ivo Milazzo
IL BOIA ROSSO
Nicola Pesce Editore
cartonato, 2018
104 pagine, 19.90 euro
Ecco una storia di cui, letta l'ultima pagina e chiuso il libro, si vorrebbe avere subito un seguito da leggere. Il boia rosso, soprannome di Giovan Battista Mori, di professione esecutore delle condanne a morte per conto della giustizia papalina nella Roma della prima metà dell'Ottocento, è un personaggio che potrebbe sicuramente reggere, per spessore e ambientazione storica, il peso di una serie tutta sua. Nonostante sia ispirato alla figura tristemente nota di Giovanni Battista Bugatti, detto Mastro Titta, boia dello Stato Pontificio tra il 1796 e il 1864 (oltre cinquecento le vittime da lui giustiziate), Mori se ne differenzia in modo sostanziale perché è un boia che entra in empatia con i condannati e cerca di leggerne gli animi. Talvolta, gli capita di voler approfondire il caso giudiziario e scoprire una verità che non è venuta a galla, come avviene nella prima storia di cui il personaggio è protagonista. Storia uscita in Francia nel 2006 per Les Humanoides Associés, in due volumi qui meritoriamente raccolti da Nicola Pesce in uno solo (non ci si sperava più, dopo dodici anni). Se i colori acquerellati sono di Isabelle Merlet, i disegni sono di un Ivo Milazzo in grande forma. Dicendo che sembra di ritrovare Ken Parker immagino sia chiaro di star facendo un complimento sia a Francesco Artibani, veterano Disney ma con le mani in pasta dappertutto, sceneggiatore magistrale, sia allo stesso Ivo davvero ispirato alle prese non solo con la recitazione dei personaggi ma anche con gli scenari urbani della Roma ottocentesca. Il caso su cui indaga Giovan Battista Mori è quello del rapimento a scopo di riscatto di una ragazza figlia di un ufficiale papino, il maggiore Alybert. I sospetti sono tutti su un brigante chiamato Padre Lupo, che scopriamo essere essere stato, in passato, grande amico del boia, per vicende che aspettano ancora di essere raccontate. Così, quando Padre Lupo fa sapere a Mori di non entrarci niente, Giovan Battista decide di scoprire il vero colpevole. Storia tesa, drammatica, intrigante, destinata a piacere agli orfani di Lungo Fucile e, per quanto posso immaginare io, tutti quelli che si faranno un regalo cominciando a leggerla.
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