giovedì 19 marzo 2020

IL BOSCO DELLE STREGHE



Alfred Hitchcock
IL BOSCO DELLE STREGHE
Mondadori
brossurato, 1978
140 pagine, 1000 lire

Il nome Alfred Hitchcock compare in copertina solo come marchio di fabbrica: il testo in realtà (come viene indicato all'interno) è di M.V.Carey, sulla base di personaggi ideati da Robert Arthur. Hitchcock aveva infatti la supervisione (o almeno, la responsabilità di metterci il nome e talvolta la faccia) di tutta una serie di produzioni legate al giallo e al mistero: una rivista, una serie televisiva, antologie di racconti, la serie per ragazzi dei Tre Investigatori. Serie che in Italia venne inserita dalla Mondadori nella fortunata collana del "Giallo dei Ragazzi", che imperversò negli anni Settanta e Ottanta con una variegata galleria di giovani detective, come gli Hardy Boys e Nancy Drew. Io li divoravo. I miei preferiti, all'epoca, erano appunto Jupiter Jones, Parte Crenshaw e Bob Andrews, e in particolare adoravo Jupiter, il genio della situazione, leader del terzetto ("investigatore capo"). Era lui che, alla fine, metteva insieme tutti gli indizi come le tessere di un puzzle ed arrivava alla soluzione. Anche Hitchcock fa parte della serie come personaggio, dato che i tre lo incontrano nella loro prima avventura e poi vanno quasi sempre a trovarlo per raccontargli i casi che risolvono. Casi mai cruenti, come si conviene a dei romanzi per adolescenti (e adolescenti sono appunto i protagonisti, in cui era facile identificarsi), ma senza dubbio intriganti ed emozionanti. La sede dell'agenzia dei Tre Investigatori ("indagini di qualsiasi tipo") è in una vecchia roulotte abbandonata, sepolta sotto i rottami di un deposito di ferri vecchi, a cui si accede tramite un passaggio segreto. Un ragazzo degli anni Settanta non poteva che esclamare: Wow! Non tutti i gialli erano scritti da Carey, e anzi io preferivo quelli di un certo Arden (il nome lo andavo a cercare scritto in carattere microscopico nei credits). Tant'è vero che bisogna guardarsi bene dal ritenere "Il bosco delle streghe" un episodio memorabile. Nonostante il mistero di pizze cinematografiche rubate, di una vecchia diva che vive reclusa in una villa dopo aver abbandonato il set, di una setta di cultori dell'occulto che si raduna di notte, il romanzo (riletto a distanza di quarant'anni) mi è sembrato debole. Non abbastanza, però, da scoraggiare la rilettura di tutti gli altri.

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