Joe R. Lansdale
LA NOTTE DEL DRIVE-IN
Einaudi
Brossurato, 2004
346 pagine, 11 euro
L’edizione Einaudi nella collana Stile Libero – Noir propone al lettore, in realtà, non uno, ma due romanzi di Joe Lansdale (1951), di cui il secondo è il sequel del primo. Troviamo infatti raccolti insieme “Il drive-in” (1988) e “Il drive-in 2” (1989). Esiste anche un ulteriore seguito, “Il drive-3”, del 2005, ma non è contenuto in questo volume. Il sottotitolo del primo episodio, “(un film di serie B con sangue e popcorn, made in Texas)”, definisce benissimo di che cosa si tratti. Un’altra definizione, più generica ma funzionale è quella che individua il genere di appartenenza (anche se si tratta di un genere indefinibile se non attraverso degli esempi pratici: “Il drive-in”, appunto, un esempio pratico lo è): splatterpunk. Non è semplice horror, ma qualcosa di più visionario, oltre i limiti. Non sono previste spiegazioni razionali, capitano cose che la scrittura folgorante di Lansdale descrive così efficacemente da non far chiedere al lettore che l’autore spieghi alcunché oltre a quello che racconta. Scrittura grondante sangue, ma anche colma di ironia, come appunto i trash-movies proiettati sui maxi schermi del drive-in “Orbit”, dove si susseguono ammazzamenti splatter ma è tutto così surreale da far venir da ridere. Ci sono più piani di lettura, ovviamente: quello superficiale, da fantascienza orrorifica (“The drive-in” in Italia è stato pubblicato per la prima volta su “Urania”); quello dell’omaggio a un tipo di film e di cinema; quello che descrive una certa società americana e texana in particolare; quello che gioca con la visionarietà di accadimenti folli dimostrando come la scrittura sia capace di tutto; quello che denuncia la manipolazione delle menti operata dalla TV e dalla religione (il personaggio di Popalong la personifica); quello che strizza l’occhio al mondo nerd; quello che cita altra letteratura (a me viene in mente un paragone con “Il signore delle mosche” di William Golding, con la progressiva follia che trasforma in assassini sanguinari i membri di una comunità priva di collegamenti con il resto del mondo). Tutto comincia con un fenomeno inspiegabile che imprigiona l’area di un gigantesco drive-in, l’ “Orbit” affollato da migliaia di spettatori in una sorta di oscurità acida e corrosiva: chi tenta di uscire si dissolve, liquefacendosi. Gli intrappolati inizialmente sperano che qualcuno giunga a soccorrerli, poi, finiti i viveri, cominciano a mangiarsi fra di loro. Strani fulmini e fenomeni elettrici complicano la situazione creando un sedicente “Re del Popcorn”. A un certo punto, il fenomeno finisce improvvisamente così come è cominciato e i superstiti fuggono dal drive-in: ma il mondo fuori non è più il loro. Ci sono i dinosauri e una misteriosa foresta circonda l’unica strada che sembra rimasta. Il secondo romanzo racconta proprio le avventure di tre sopravvissuti, che si imbattono in altri scampati come loro dando vita a comunità allucinate e allucinanti, mentre di notte strani serpenti fatti di pellicole di film danno la caccia a chi incautamente passi loro a tiro. Tutto assolutamente folle, ma che divertimento!
LA NOTTE DEL DRIVE-IN
Einaudi
Brossurato, 2004
346 pagine, 11 euro
L’edizione Einaudi nella collana Stile Libero – Noir propone al lettore, in realtà, non uno, ma due romanzi di Joe Lansdale (1951), di cui il secondo è il sequel del primo. Troviamo infatti raccolti insieme “Il drive-in” (1988) e “Il drive-in 2” (1989). Esiste anche un ulteriore seguito, “Il drive-3”, del 2005, ma non è contenuto in questo volume. Il sottotitolo del primo episodio, “(un film di serie B con sangue e popcorn, made in Texas)”, definisce benissimo di che cosa si tratti. Un’altra definizione, più generica ma funzionale è quella che individua il genere di appartenenza (anche se si tratta di un genere indefinibile se non attraverso degli esempi pratici: “Il drive-in”, appunto, un esempio pratico lo è): splatterpunk. Non è semplice horror, ma qualcosa di più visionario, oltre i limiti. Non sono previste spiegazioni razionali, capitano cose che la scrittura folgorante di Lansdale descrive così efficacemente da non far chiedere al lettore che l’autore spieghi alcunché oltre a quello che racconta. Scrittura grondante sangue, ma anche colma di ironia, come appunto i trash-movies proiettati sui maxi schermi del drive-in “Orbit”, dove si susseguono ammazzamenti splatter ma è tutto così surreale da far venir da ridere. Ci sono più piani di lettura, ovviamente: quello superficiale, da fantascienza orrorifica (“The drive-in” in Italia è stato pubblicato per la prima volta su “Urania”); quello dell’omaggio a un tipo di film e di cinema; quello che descrive una certa società americana e texana in particolare; quello che gioca con la visionarietà di accadimenti folli dimostrando come la scrittura sia capace di tutto; quello che denuncia la manipolazione delle menti operata dalla TV e dalla religione (il personaggio di Popalong la personifica); quello che strizza l’occhio al mondo nerd; quello che cita altra letteratura (a me viene in mente un paragone con “Il signore delle mosche” di William Golding, con la progressiva follia che trasforma in assassini sanguinari i membri di una comunità priva di collegamenti con il resto del mondo). Tutto comincia con un fenomeno inspiegabile che imprigiona l’area di un gigantesco drive-in, l’ “Orbit” affollato da migliaia di spettatori in una sorta di oscurità acida e corrosiva: chi tenta di uscire si dissolve, liquefacendosi. Gli intrappolati inizialmente sperano che qualcuno giunga a soccorrerli, poi, finiti i viveri, cominciano a mangiarsi fra di loro. Strani fulmini e fenomeni elettrici complicano la situazione creando un sedicente “Re del Popcorn”. A un certo punto, il fenomeno finisce improvvisamente così come è cominciato e i superstiti fuggono dal drive-in: ma il mondo fuori non è più il loro. Ci sono i dinosauri e una misteriosa foresta circonda l’unica strada che sembra rimasta. Il secondo romanzo racconta proprio le avventure di tre sopravvissuti, che si imbattono in altri scampati come loro dando vita a comunità allucinate e allucinanti, mentre di notte strani serpenti fatti di pellicole di film danno la caccia a chi incautamente passi loro a tiro. Tutto assolutamente folle, ma che divertimento!
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