sabato 22 aprile 2023

M. – GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA

 


 
 
Antonio Scurati
M. – GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA
Bompiani
2022, brossurato
430 pagine, 24 euro


Terzo atto della monumentale biografia di Benito Mussolini, proposta sottoforma di “romanzo documentario” (calzante definizione dell’autore), scritta da Antonio Scurati (Napoli, 1969), docente universitario ed editorialista del Corriere della Sera. “Non vi è niente di romanzato e forse nemmeno di romanzesco, salvo il modo del racconto: non è il romanzo qui a inseguire la storia, ma la storia a farsi romanzo”, scrive Scurati nella sua introduzione.
Il primo volume, uscito nel 2018, “M. – Il figlio del secolo” è stato accolto con straordinario successo di pubblico e ha vinto il premio Strega 2019. Vi si racconta l’ascesa al governo di Mussolini in Italia negli anni che vanno dal 1919 al 1924, più o meno dalla fondazione dei “Fasci di combattimento” fino all’ omicidio di Giacomo Matteotti. Me ne sono occupato in questo spazio con una recensione che potete leggere o rileggere cliccando qui .
 “M. – L’uomo della provvidenza” (2020), il secondo volume si occupa invece degli anni dal 1924 al 1932 e racconta il consolidamento del regime attraverso la progressiva soppressione delle più elementari regole democratiche e l’accentramento del potete nelle sole mani del Duce, che arriva a sottrarsi addirittura dal controllo del Partito Fascista, il cui Consiglio diventa un mero esecutore della volontà di un autocrate. La mia recensione (nel caso foste interessati) è questa: cliccate qui.
“M. – Gli ultimi giorni dell’Europa” narra avvenimenti accaduti tra il 3 maggio 1938 (inizio della visita di Adolf Hitler in Italia con il suo arrivo a Roma) e il 10 giugno 1940 (data infausta dell’entrata in guerra dell’Italia al fianco del nazisti). Come si vede, Scurati ha scelto di saltare (se non accennandone in retrospettiva) un lungo periodo di cinque anni (1933-1937) e un po’ dispiace. Per completare la biografia del Duce sarà necessario un quarto volume che arrivi fino al 1945. 
“Questo libro racconta come nasce una guerra”, scrive Scurati. E continua: “Una guerra devastante nel cuore dell’Europa, scatenata con deliberata bramosia di conquista contro popoli confinanti e affini, combattuta con brutalità devastatrice. A molti lettori potrà, forse, sembrare inverosimile che i vertici del regime fascista, Mussolini in primis, abbiano deciso, dopo lunga esitazione e rifiutando ogni profferta degli Stati liberali, di gettare il popolo italiano nella carneficina di un nuovo conflitto mondiale, pur essendo ben consapevoli della totale impreparazione militare dell’Italia, della sua cronica mancanza di risorse materiali, dell’avversione di molta parte degli italiani a combattere al fianco dei tedeschi”. Sulla sgomenta incredulità del lettore di fronte alla cronaca di quei giorni ho testimoniato io stesso, parlandone a proposito dei primi due volumi di Scurati. In questo, la sensazione si ripropone alla constatazione che fino all’ultimo la tragedia avrebbe potuto essere evitata. Invece, per quanto fosse evidente ciò a cui si andava incontro, così come erano evidenti la follia di Hitler e la perdita di lucidità del Duce, nessuno di coloro che potevano fare qualcosa, lo fecero. Sgomenta incredulità anche di fronte alle ignobili leggi razziali, di fronte alle quali troppi furono complici, e che colpirono anche Margherita Sarfatti, già amante e ispiratrice di Mussolini nei primi anni della sua ascesa, adesso costretta a fuggire al di là dell’oceano perché di origine ebraica. Leggi razziali che, sorprendentemente, videro opporsi al Duce uno degli squadristi della prima ora, Italo Balbo, amico fraterno di Renzo Ravenna, già podestà di Ferrara, allontanato dai suoi stessi camerati in quanto ebreo. Tanti i personaggi sulla scena, da Galeazzo Ciano, ministro degli esteri privo di spessore, a Claretta Petacci, cresciuta nel mito di Mussolini e divenuta la sua ultima fiamma, dall’ambasciatore a Berlino Bernardo Attolico (a cui si deve uno degli ultimi tentativi di scongiurare in coinvolgimento italiano nel conflitto) a Edda, figlia del Duce, fervente filonazista. Personaggi anche stranieri, francesi, inglesi, americani, tedeschi, polacchi, austriaci, di cui assistiamo alle manovre diplomatiche e a squarci di vita privata. Il “romanzo documentario” è corredato da stralci di documenti tra i quali colpisce uno degli ultimi: in un rapporto segreto della polizia politica, un agente segnala che, al discorso con cui Mussolini annunciava l’entrata in guerra dell’Italia, “nessuna donna ha applaudito”.

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