IL PRIMO LIBRO DEL BAMBINO
di Elisa Cappelli
Salani
cartonato, 1916
Il volume è stato ristampato in anastatica nel 2012 dalla RBA nella sua collezione "Biblioteca del Ricordo", che recupera testi per l'infanzia rari o dimenticati riproponendoli nel formato dell'epoca in cui uscirono (ne abbiamo già recensiti alcuni in questo blog, come "La vita di Gesù" o "Il segretario galante"). "
Il primo libro del bambino" è un testo scolastico destinato a insegnare lettura e scrittura. Commuove un po' vedere in fondo la scritta: "Ora so leggere e scrivere!". All'interno, si trovano tutti gli esercizi che ci si aspetta in un'opera del genere, e dunque si comincia con le lettere dell'alfabeto, le sillabe, i numeri. Il tutto spiegato, devo dire, con molto garbo e, soprattutto, con illustrazioni che permettono di immergersi nell'atmosfera di inizio Novecento, compresi quelli che oggi vengono considerati errori pedagogici: "Mario e l'Ada scrivono bene; ma la Marietta vorrebbe tenere la penna con la mano sinistra invece che con la destra, come naturalmente dev'essere tenuta", spiega una didascalia sotto una illustrazione che mostra la Marietta di spalle, delusa e scornata nel guardare Mario e l'Ada che invece scrivono sorridenti in favore di camera: non si allude a punizioni corporali o a braccia legate dietro la schiena ma certo i mancini si devono essere sentiti tutti molto in colpa. Arrivati oltre pagina 60, arrivano i primi esercizi di lettura: "In un pollaio vivevano due galletti: erano fratelli e avrebbero dovuto amarsi. Invece non facevano che becchettarsi dalla mattina alla sera. Finalmente la massaia disse: 'Questi polli sono troppo cattivi: bisogna punirli!'. Li prese e li mise tutti e due in pentola, poi li accomodò in un vassoio e a desinare li servì in tavola". La morale è facile da trarre, ma se fossi stato un bambino dell'epoca mi sarei chiesto se, prima di metterli in pentola, ai due galletti fosse stato almeno, pietosamente, tirato il collo o se la massaia li avesse messi a bollire vivi. Arrivando alle pagine dei numeri, si fanno degli esempi: tre gatti, due candelieri, un magnano. Rileggo: magnano. Ecco, io non saprei dire che cosa sia. Dalla figura, si direbbe che il magnano sia un fabbro.
Il primo libro del bambino" è un testo scolastico destinato a insegnare lettura e scrittura. Commuove un po' vedere in fondo la scritta: "Ora so leggere e scrivere!". All'interno, si trovano tutti gli esercizi che ci si aspetta in un'opera del genere, e dunque si comincia con le lettere dell'alfabeto, le sillabe, i numeri. Il tutto spiegato, devo dire, con molto garbo e, soprattutto, con illustrazioni che permettono di immergersi nell'atmosfera di inizio Novecento, compresi quelli che oggi vengono considerati errori pedagogici: "Mario e l'Ada scrivono bene; ma la Marietta vorrebbe tenere la penna con la mano sinistra invece che con la destra, come naturalmente dev'essere tenuta", spiega una didascalia sotto una illustrazione che mostra la Marietta di spalle, delusa e scornata nel guardare Mario e l'Ada che invece scrivono sorridenti in favore di camera: non si allude a punizioni corporali o a braccia legate dietro la schiena ma certo i mancini si devono essere sentiti tutti molto in colpa. Arrivati oltre pagina 60, arrivano i primi esercizi di lettura: "In un pollaio vivevano due galletti: erano fratelli e avrebbero dovuto amarsi. Invece non facevano che becchettarsi dalla mattina alla sera. Finalmente la massaia disse: 'Questi polli sono troppo cattivi: bisogna punirli!'. Li prese e li mise tutti e due in pentola, poi li accomodò in un vassoio e a desinare li servì in tavola". La morale è facile da trarre, ma se fossi stato un bambino dell'epoca mi sarei chiesto se, prima di metterli in pentola, ai due galletti fosse stato almeno, pietosamente, tirato il collo o se la massaia li avesse messi a bollire vivi. Arrivando alle pagine dei numeri, si fanno degli esempi: tre gatti, due candelieri, un magnano. Rileggo: magnano. Ecco, io non saprei dire che cosa sia. Dalla figura, si direbbe che il magnano sia un fabbro.
A pagina 77, una istruttiva pagina dedicata al Re d'Italia. "Vittorio Emanuele III è il Re d'Italia. Egli è il figlio di Umberto I, che cadde colpito al cuore da una pallottola assassina. Amava il popolo, era prode, era generoso e pietoso, e fu chiamato il 'Buono'. Vittorio Emanuele III ha tutte le virtù del padre. E' un Re saggio, valoroso , leale. La madre del nostro Re fu Margherita di Savoia, donna di elette virtù, colta e gentile. La sua sposa, la mostra Regina, è Elena del Montenegro, e appartiene a una famiglia di forti e di prodi. Il Re e la Regina d'Italia hanno cinque figli. La maggiore d'età è la principessa Iolanda. Vengono poi la principessa Mafalda, Umberto principe di Piemonte e le principesse Giovanna e Maria. Umberto è il principe ereditario del trono d'Italia; la sua sposa è la principessa Maria Josè del Belgio. Il nostro Re e la nostra Regina sono buoni e pietosi. Appena una sventura contrista il popolo, essi corrono a consolarlo. Viva il Re! Viva la Regina d'Italia. Il tutto è molto istruttivo alla luce dei fatti dei decenni successivi. Viene però da pensare al pensiero di che risate si farebbero i ragazzi di oggi se in un libro di scuola si parlasse di un Presidente della Repubblica o di un Primo Ministro buoni e pietosi.
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