PORCO GIUDA!
di Giampaolo Merciai
La Lettera Scarlatta Edizioni
2016, brossurato,
360 pagine, 17.50 euro
Probabilmente il titolo non consente di capire bene subito di che tipo di romanzo si tratti. Parlandone con l'autore, la spiegazione che vien fuori è questa: da un lato, "porco giuda!" è una delle esclamazioni che si ripetono, in bocca al protagonista Gianrico; dall'altro, si allude al tradimento che è per l'appunto uno dei temi su cui si sviluppa la trama (e Giuda, si sa, è il traditore per antonomasia). Il primo paragone che viene in mente procedendo con la lettura, per lo più avvincente, è con Dan Brown. Una sacra reliquia, un monaco, un mistero religioso, un morto in apertura di storia che lascia un messaggio cifrato, una sorta di caccia al tesoro in giro per il mondo. Tuttavia, se la comparazione serve a dare un'idea del genere di thriller imbastito da Merciai, sarebbe sbagliato ritenere il suo romanzo una imitazione del "Codice da Vinci". Diciamo che l'accostamento serve a delimitare un ambito. Merciai, classe 1944, pratese purosangue (nato dentro le mura, come lui ci tiene a dire), parte proprio da Prato e mette al centro del suo racconto il "Sacro Cingolo", ovvero la cintura della Madonna che, secondo la leggenda, prima della sua assunzione in cielo, la Vergine avrebbe consegnato a San Tommaso. Nel XII secolo, grazie a Michele Dagomari, mercante uso a viaggiare in Medio Oriente per commercio, la cinta arriva da Gerusalemme fino a Prato, dov'è conservata nel Duomo. Ai nostri giorni, uno dei discendenti di Michele, Alfredo Dagomari, viene ucciso nel centro della città e prima di morire fa in tempo a spedire al figlio Gianrico un biglietto su cui ha vergato un enigmatico messaggio. Gianrico, che vive a Napoli, non parla più con suo padre da quasi vent'anni, dopo che Alfredo, fotografo di guerra, lasciò la moglie gravemente ammalata per andare in Serbia e dunque non le fu vicino quando lei avrebbe avuto bisogni di lui e nel momento della morte. Dunque, c'è un conflitto padre-figlio che movimenta tutto il romanzo. Però, dato l'accaduto, Gianrico torna a Prato e comincia a indagare: sembra che qualcuno voglia impossessarsi del Sacro Cingolo e sia pronto a uccidere per questo. Seguono la scoperta di società segrete, intrighi internazionali, viaggi in città affascinanti di mezzo mondo (Belgrado, Sanpietroburgo, Shangai) in un intreccio di interazioni fra personaggi ben caratterizzati, tra cui alcune donne molto intriganti. Donne che sembrano apprezzare Giambico ma a cui però lui non cede, per colpa di una recente delusione amorosa che gli ha lasciato il segno. Di ciascuna di queste figure (il barbone Pietro, la bella serba Dunja, la poliziotta Lavinia, il feroce Stevan) ci si chiede se davvero siano quello che dicono di essere, perché Merciai cerca di seminare il dubbio a ogni pie' sospinto, e la trama prende più volte direzioni diverse, fino all'inaspettato finale. Il tutto piacerà agli amanti del genere. Le descrizioni di Prato sono elaborate e realistiche, al pari di quelle delle altre città che l'autore ha davvero visitato negli anni in cui, da buon pratese, aveva una azienda tessile e girava per affari. Dal 2003, dopo essersi ritirato dal mondo per lavoro, Merciai vive sulla montagna pistoiese e si dedica alla poesia, al teatro e alla scrittura. "Porco Giuda!" è il suo terzo romanzo.
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