venerdì 12 maggio 2023

C'ERA UN RAGAZZO CHE, COME ME...

 

 
 
 
Massimo Cavezzali
C'ERA UN RAGAZZO CHE, COME ME...
Storia a fumetti della canzone italiana 
Glenat Italia
Prima edizione 1988


Ho sempre detto con chiunque ne parlassi, che a me Massimo Cavezzali (1950-2023) piace sempre e comunque, in tutte le salse, dovunqe pubblicasse (e in effetti è riuscito a farsi pubblicare dovunque, da "Dolly" a "Orient Express", da "Lupo Alberto" a "Tango"). Trovo fantastico Ivan Timbrovic, godibilissima Ava, esilarante Dio, deliziose le Dolline. Tuttavia, se c'é un settore dove l'autore ha superato sé stesso, é la "satira musicale". Come definire altrimenti il genere, direi da lui inventato almeno in Italia? Anziché caricaturizzare i personaggi politici, lo faceva con i cantanti pop (ma anche con i rock). E lo faceva però con mano lieve, con amore. Del resto, il sentimento prevalente verso i politici é l'odio, ma come non amare la musica? Perciò, Cavezzali non offende, non deride, non mette alla berlina: racconta soltanto in modo garbato e spiritoso. La cosa interessante é che, a differenza di molti, Cavezzali non snobba i cantanti e le canzoni del versante "sanremese" della nostra musica leggera. Insomma, non si dedica solo ai De André e ai Guccini della situazione, ma celebra con uguale amore Al Bano e Romina, Edoardo Vianello e Little Tony, Rita Pavone e Caterina Caselli. Indimenticabili del resto le sue strisce su Vasco Rossi (una serie a parte) come su Piglia e Dalla (dove Dalla è Lucio e Piglia è De Gregori). La ricostruzione della storia della canzone italiana fatta da Cavezzali é peraltro non solo divertente, ma interessante. Cioè, fornisce notizie e perfino chiavi di lettura. E poi, le caricature sono davvero eccezionali: con pochissime linee, l'autore coglie la caratteristica di ogni volto e la trasferisce in modo simpaticissimo sulla carta. Inoltre, con un lavoro sopraffino, il nostro ha modificato le originali copertine dei dischi, offrendone una preziosa carrellata "cavezzalizzata" ma significativa e stimolante (quanti ricordi!). Si comincia con il Festival di San Remo del 1958, dove Modugno vince con "Nel blu, dipinto di blu". Si finisce con il 1987, con Morandi-Ruggeri-Tozzi che cantano "Si può dare di più". Nel 1989, sempre Glenat pubblica "Rock Story": stesso formato, stessa filosofia, stesso divertimento.
 
 

 

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