Paolo Beneforti
NOVISSIMI LIMERICK PISTOIESI
Autoproduzione
2019, brossura
110 pagine, p.n.i.
Cominciamo con lo spiegare, innanzitutto, cos'è un limerick. Si tratta sostanzialmente di un breve componimento poetico in cinque versi, le cui rigide regole vennero stabilite dal poeta inglese Edward Lear (1812-1888) nella seconda metà dell'Ottocento. Limerick è anche una città dell'Irlanda ma non c'entra niente (o forse c'entra ma non è ben chiaro come). Si tratta di poesiole umoristiche, perlopiù nonsense, ognuna delle quali indica un personaggio e il suo luogo di provenienza, giocando con le rime (che seguono dunque lo schema AABBA) a costruirne un ritratto bislacco. Il primo verso introduce il protagonista, l'ultimo lo saluta, a volte caratterizzandolo con un aggettivo in più. Nella metrica inglese, i primi due versi e l'ultimo contano tre piedi (quindi tre accenti), il terzo e il quarto soltanto due. Dato che un esempio vale più di mille spiegazioni, ecco dunque in limerick tratto dalla raccolta di cui stiamo per parlare.
Un prete infervorato di Momigno
girava con lo sguardo sempre arcigno.
"Fanno quel che gli pare
poi si vengono a confessare!"
Pensava quel prete su a Momigno.
L'esempio serve anche a segnalare la caratteristica principale dei limerick di Paolo Beneforti, libraio ma anche disegnatore pistoiese: hanno per protagonisti personaggi abitanti ciascuno in una diversa località in provincia di Pistoia (con excursus pisani). Località scelte in funzione, per lo più, del loro buffo nome. Spiega Beneforti nella sua introduzione: "Tra i nomi delle frazioni dei comuni italiani si annoverano suoni di rara bellezza. Strangolagalli. Malocchio. Femminamorta. Ficarazzi. Ma ancora più suggestivi, secondo me, sono quei toponimi senza alcun legame apparente con parole italiane in uso: Fiobbo. Strappa. Botro. Aprite la cartina di un qualunque comune italiano e trovate nomi capaci di generare musiche, novelle, video in 3D. Vere poesie dadaiste di una parola sola".
Come giustamente nota l'autore, i limerick, presentando personaggi sempre diversi, si prestano in modo straordinario a venire illustrati visualizzando il protagonista. E difatti, ecco Beneforti (che ha talento di vignettista e caricaturista da vendere) affiancare a ogni composizione un suo schizzo. Il fatto che la raccolta si intitoli "Novissimi limerick pistoiesi" non significa che ne esista una precedente rispetto alla quale le composizioni contenute sono più nuove. Però, l'autore non esclude di dare un seguito alla cosa, realizzando altri limerick con le frazioni e le località mancanti. L'unico difetto di questo aureo opuscolo è che è non ha un editore ed è autoprodotto. Provate a chiederlo alla libreria Les Bouquinistes in via dei Cancellieri 5, a Pistoia.
NOVISSIMI LIMERICK PISTOIESI
Autoproduzione
2019, brossura
110 pagine, p.n.i.
Cominciamo con lo spiegare, innanzitutto, cos'è un limerick. Si tratta sostanzialmente di un breve componimento poetico in cinque versi, le cui rigide regole vennero stabilite dal poeta inglese Edward Lear (1812-1888) nella seconda metà dell'Ottocento. Limerick è anche una città dell'Irlanda ma non c'entra niente (o forse c'entra ma non è ben chiaro come). Si tratta di poesiole umoristiche, perlopiù nonsense, ognuna delle quali indica un personaggio e il suo luogo di provenienza, giocando con le rime (che seguono dunque lo schema AABBA) a costruirne un ritratto bislacco. Il primo verso introduce il protagonista, l'ultimo lo saluta, a volte caratterizzandolo con un aggettivo in più. Nella metrica inglese, i primi due versi e l'ultimo contano tre piedi (quindi tre accenti), il terzo e il quarto soltanto due. Dato che un esempio vale più di mille spiegazioni, ecco dunque in limerick tratto dalla raccolta di cui stiamo per parlare.
Un prete infervorato di Momigno
girava con lo sguardo sempre arcigno.
"Fanno quel che gli pare
poi si vengono a confessare!"
Pensava quel prete su a Momigno.
L'esempio serve anche a segnalare la caratteristica principale dei limerick di Paolo Beneforti, libraio ma anche disegnatore pistoiese: hanno per protagonisti personaggi abitanti ciascuno in una diversa località in provincia di Pistoia (con excursus pisani). Località scelte in funzione, per lo più, del loro buffo nome. Spiega Beneforti nella sua introduzione: "Tra i nomi delle frazioni dei comuni italiani si annoverano suoni di rara bellezza. Strangolagalli. Malocchio. Femminamorta. Ficarazzi. Ma ancora più suggestivi, secondo me, sono quei toponimi senza alcun legame apparente con parole italiane in uso: Fiobbo. Strappa. Botro. Aprite la cartina di un qualunque comune italiano e trovate nomi capaci di generare musiche, novelle, video in 3D. Vere poesie dadaiste di una parola sola".
Come giustamente nota l'autore, i limerick, presentando personaggi sempre diversi, si prestano in modo straordinario a venire illustrati visualizzando il protagonista. E difatti, ecco Beneforti (che ha talento di vignettista e caricaturista da vendere) affiancare a ogni composizione un suo schizzo. Il fatto che la raccolta si intitoli "Novissimi limerick pistoiesi" non significa che ne esista una precedente rispetto alla quale le composizioni contenute sono più nuove. Però, l'autore non esclude di dare un seguito alla cosa, realizzando altri limerick con le frazioni e le località mancanti. L'unico difetto di questo aureo opuscolo è che è non ha un editore ed è autoprodotto. Provate a chiederlo alla libreria Les Bouquinistes in via dei Cancellieri 5, a Pistoia.
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