sabato 6 febbraio 2021

ULTIMA FERMATA: L'INCUBO

 

 
 
Alfredo Castelli
Giovanni Freghieri
Tiziano Sclavi
ULTIMA FERMATA: L'INCUBO
Sergio Bonelli Editore
cartonato, 2019
180 pagine, 19 euro


Per gli eroi dei comic book americani gli incroci fra le avventure di personaggi diversi sono una inveterata consuetudine: tanto frequente e comune, che ci si stupirebbe anzi se non avvenissero. Oltreoceano vengono chiamate cross-over le trame che si sviluppano attraverso varie serie, e team up gli incontri di eroi diversi che formano un occasionale sodalizio per affrontare una minaccia comune. Naturalmente, sia i team up che i cross over non sono stati inventati dagli autori di fumetti. Tutta la mitologia greca, tanto per fare un esempio, è un susseguirsi di storie in cui dei ed eroi incrociano fra loro le rispettive vicende. Ma anche in campo letterario i precedenti non mancano: basterà citare il caso di Jules Verne che fece incontrare i naufraghi protagonisti de “L’Isola Misteriosa” con il Capitano Nemo e i personaggi de “I figli del Capitano Grant”. Gli esempi potrebbero essere numerosi, praticamente interminabili se ci allargassimo al cinema o perfino ai fumetti delle origini, quando i team up fra serie di diversi autori erano all’ordine del giorno. Spiega a questo proposito Alfredo Castelli: “Fortunello agiva insieme a Bibì e Bibò, Yellow Kid insieme a Buster Brown; nel 1926 uscì il volume ‘All The Funny Folks’, colossale team up con ben 48 personaggi di 40 autori diversi” .
Nell’ottobre del 1990 e poi in quello del 1992 uscirono in edicola due albi speciali di Martin Mystère in coppia con Dylan Dog, scritti da Alfredo Castelli insieme a Tiziano Sclavi: “Ultima fermata: l’incubo!” e “La fine del mondo”. Le storie erano state precedute da apparizioni “cameo” negli albi regolari delle rispettive serie. Nel marzo 1988, nel n° 18 di Dylan Dog (“Cagliostro!”) era comparso, in una vignetta, proprio Martin Mystére (peraltro a letto con una procace fanciulla che non sembra essere la legittima fidanzata). Poco più di un anno dopo, sul Martin Mystère n° 85, (“I misteri di Londra”) il Detective dell’Impossibile aveva parlato di un amico inglese, chiaramente Dylan Dog. “Grazie ai loro caratteri complementari, Dylan e Martin costituirebbero un team formidabile; purtroppo i loro incontri devono essere necessariamente rarefatti – scrive Castelli - Il perché lo rivela Martin Mystère durante un viaggio a Londra: qui, spiega il Detective dell’Impossibile alla compagna Diana, abita un amico “che riesce a sbarcare il lunario esercitando la professione di Indagatore dell’Incubo”, e continua illustrando perché, nelle sue frequenti visite in Inghilterra, non passi mai a salutarlo. “Abbiamo deciso entrambi di non rischiare: sarebbe troppo pericoloso”, afferma. “Anche se apparentemente sembriamo di carattere opposto e ci contestiamo le reciproche filosofie di vita, abbiamo moltissimi punti in comune: credo che sia per questo che, lavorando insieme, tanti anni fa abbiamo evocato forze spaventose che avrebbero potuto davvero causare una catastrofe. Per questo abbiamo deciso di non agire più insieme, fino a che non saremo costretti a farlo”. Non pago, il Buon Vecchio Zio Marty aggiunge che “le forze da noi scatenate non sono state completamente distrutte. Dormono e, prima o poi, si risveglieranno. E allora saranno necessari gli sforzi di entrambi per annullarle definitivamente”. La collaborazione tra i due investigatori dell’insolito si rivela ben più che “pericolosa”: nel secondo incontro scatena infatti addirittura la fine del mondo. La collaborazione fra Sclavi e Castelli si è concretizzata attraverso vari “brainstorming” necessari per la stesura del primo soggetto, il quale doveva tener conto delle caratteristiche di entrambi i personaggi. Doveva essere collocabile senza stridere nella loro consolidata “biografia”, e doveva infine rispettare quei capisaldi posti prematuramente nel già citato Martin Mystère n° 85, quando l’idea di un team up era ancora estremamente nebulosa. Risultato? Una decisione salomonica: Ultima fermata l’incubo è stato completamente scritto da Castelli e supervisionato da Sclavi; La fine del mondo è stato completamente scritto da Sclavi e supervisionato da Castelli: si è avuto così modo di notare i differenti approcci alla narrazione, decisamente più “martinmysteriano” in un caso e più “dylandoghiano” nell’altro”. Nel 2018 c'è stato un terzo team up, "L'abisso del male", scritto da Carlo Recagno (e allargato anche alla partecipazione di Zagor). Tutti e tre gli incontri sono stati realizzati graficamente da Giovanni Freghieri, peraltro disegnatore con al suo attivo sia storie del Detective dell'Impossibile, che dell'Indagatore dell'Incubo, che dello Spirito con la Scure. Nel Nel 2019 e nel 2020 la Bonelli ha ripubblicato le prime due avventure in altrettanti volumi cartonati. Rileggendo adesso "Ultima fermata: l'incubo" si nota come ci fosse, nel 1990, una maggiore propensione alla "verbosità", che tuttavia non inficia la qualità dell'avventura. Condivido il giudizio di Castelli che, nella postfazione in calce al volume, scrive: "Con la modestia che mi contraddistingue, direi che la storia è buona così com'è; sono particolarmente fiero del titolo e dell'idea per la copertina, che Angelo Stano ha disegnato magistralmente. Il principale difeso del racconto è un'altra caratteristica che mi contraddistingue: la prolissità. Alleggerirei un po' parecchie scene". Il titolo e la copertina di cui parla Castelli rimandano alla trama, incentrata sul un mistero tutto sotterraneo, quello delle metropolitane delle grandi città costruite in anni in cui non ce n'era bisogno, come se gli scavatori cercassero in realtà qualcosa. Un qualcosa collegato alla "rete" di tunnel, collocati su piani diversi della realtà ma che in certi casi, a intervalli di tempo, incrociano il nostro, che collegano fra loro in modo immediato punti lontanissimi del tempo e dello spazio. Divertente vedere interagire fra loro Dylan e Martin, ma ancor più Groucho e Java.

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