Athos
FRA TINO
Sbam!
2021, brossurato
128 pagine, 12 euro
FRA TINO
Sbam!
2021, brossurato
128 pagine, 12 euro
In occasione dei quaranta anni di Fra Tino sulle pagine del Giornalino prima e di Famiglia Cristiana poi (1982-2021), la benemerita Sbam! pubblica una raccolta di tavole autoconclusive (che nel corso del tempo hanno preso il posto delle prime strip) scelte dallo stesso autore, sia dei testi che dei disegni, Athos. Una appassionata introduzione di Roberto Orzetti spiega tutto ciò che c’è da sapere sul personaggio, il suo autore e sul perché di Fra Tino ci si debba innamorare. Io, che da parte mia ho parlato di Athos e del suo delicato fraticello recensendo “Il Natale di Fra Tino” (cliccate sul tutolo per leggere ciò che ho già detto), non posso che sottoscrivere il testo del prefatore e ripetere alcuni concetti già espressi e alcune notizie già date, cominciando da disegnatore, l’emiliano (ma milanese di adozione) Atos Careghi (classe 1939), in arte Athos, vignettista all’opera a partire dal 1951 anche su varie altre testate (da La Settimana Enigmistica alla Gazzetta dello Sport). Fra Tino è un personaggio a fumetti sui generis, perché le nuvolette che danno il nome, in Italia, al fumetto stesso, proprio non ci sono: le tavole, essenziali anche nel tratto, sono rigorosamente mute. Eppure ciò che raccontano, nella stessa maniera di un film senza sonoro o dello spettacolo di un mimo, è immediatamente comprensibile anche (e soprattutto) dai bambini a cui principalmente sembra rivolgersi il delicato autore. Sembra, perché poi la poesia delle immagini riesce a sorprendere e far sorridere anche i più grandi. Il protagonista è un candido fraticello pelato, che vive con un piccolo gruppo di confratelli in un convento in cui ognuno è dedito alle proprie mansioni ma dove uno dei divertimenti è giocarsi scherzi a vicenda e soprattutto giocarne a Fra Tino, forse il più giovane, che però riesce ogni volta a ribaltare la situazione. Il fraticello colora i fiocchi di neve, vede il bello e il poetico in ogni cosa, ama ed è riamato dagli animali,come un novello San Francesco, però senza stigmate. Nonostante il saio indossato dai personaggi, non si nota un intento di propaganda religiosa o confessionale, ma è indubbio che le tavole di Athos, così solari e gioiose, solleticano la spiritualità e spingono a guardare con occhi incantati la realtà materiale. Una curiosità: in una postfazione di Fiorella Grandi si citano i nomi dei confratelli di Fra Tino, che sarebbero Fra Poco, Fra Tanto, Fra Inteso, Fra Stornato, Fra Cassone, Fra Gile e Fra Golino. Il dubbio è come si sappiano, questi appellativi, essendo le strisce di Athos del tutto mute. Azzardo un’ipotesi, che però nel volume non trova conferma: forse sono citati in qualche titolo dato a qualche tavola?
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