venerdì 12 marzo 2021

AGENTE ALLEN



 
Mario Rossi
Tiziano Sclavi
AGENTE ALLEN
Saldapress
2017, cartonato
254 pagine, 19.90 euro


"Prima di Dylan Dog, prima di X-Files, prima di Cracco e Chef Rubio... c'era l'Agente Allen!". Così si legge in quarta di copertina. Il riferimento ai due cuochi è dovuto al fatto che Philip Allen, il migliore tra gli agenti della Sezione "Strange" del Servizio Segreto britannico, possiede un ristorante a Inverness, in Scozia, e si dedica a fare il cuoco, prima che a indagare sui casi con risvolti paranormali di cui si occupa il suo dipartimento, che ha lasciato ma dal quale viene spesso e volentieri richiamato in servizio. La serie "Agente Allen" apparve, a partire dal giugno 1983 fino al dicembre 1986, sulle pagine de "Il Giornalino". Va notato che all'epoca, Sclavi (futuro creatore di Dylan Dog) aveva trent'anni e già da due lavorava come redattore presso la Sergio Bonelli Editore, dopo essersi fatto le ossa, a partire dal 1974, nella redazione del Corriere dei Ragazzi. Nel 1982 aveva già scritto il n° 200 di Zagor, "Il tesoro maledetto". Quando Claudio Nizzi, all'epoca responsabile della storie a fumetti del "Giornalino", lo chiama a collaborare con il settimanale paolino, Sclavi è insomma già un navigato professionista. Dylan Dog sarebbe arriva sto proprio in corrispondenza con la chiusura della serie dell'Agente Allen. Il desiderio di stupire e sorprendere il lettore, ma anche il gusto per il paranormale, il racconto "ai confini della realtà", le citazioni cinematografiche, il colpo di scena, il mistero e i brividi, così come la scelta di alcune tematiche (come gli zombi, gli alieni, i licantropi, i fantasmi, il mostro di Loch Ness) sono tipiche della calligrafia e della poetica di Sclavi e collegano, sia pure blandamente, Philip Allen con Dylan Dog. Le puntate di dieci pagine ciascuna sono, chiaramente, destinate a un pubblico di giovanissimi, e quindi non c'è traccia della cupezza dell'Indagatore dell'Incubo. Tuttavia i piccoli/grandi (e sorprendenti) misteri di cui si occupa l'Agente della Sezione "Strange" sono in grado di incuriosire e intrigare anche i più grandi e tutti hanno, alla fine, una pur improbabile spiegazione razionale. Un po' come nel "Dipartimento casi bizzarri" di John Dickson Carr, da cui anche Alfredo Castelli aveva tratto ispirazione per una sua breve serie a fumetti. Un plauso, per finire, ai disegni efficaci e felicemente puliti di Mario Rossi (Zona X, Nick Raider, Tex), e una annotazione su come siano tanti, ormai, i volumi che ristampano il materiale del "Giornalino

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