Stephen King
DESPERATION
Sperling & Kupfer
Prima edizione 1997
Traduzione di Tullio Dobner
cartonato - 610 pagine - lire 33.900
Sono pochi gli scrittori che riescono a tenere avvinghiati i propri lettori per 610 pagine. Uno è senza dubbio Stephen King che, peraltro, con "It", ci ha tenuti in pugno per più di mille. Dunque, seicento sono bruscolini. Desperation è il nome di una località mineraria nel deserto del Nevada, lungo la Highway 50, ma il titolo allude anche al senso di angoscia cupa e claustrofobica che assale il lettore intento a seguire il dramma di una decina di personaggi assediati da uno spirito del male chiamato Tak. Tutto comincia allorché, separatamente, alcuni automobilisti di passaggio vengono fermati nel deserto da un gigantesco poliziotto, che li rinchiude in prigione dopo aver dato chiari sintomi di squilibrio. Una coppia di coniugi, una famiglia con bambini, un famoso scrittore in motocicletta, il suo assistente con una autostoppista: personaggi diversissimi, ben caratterizzati da King nelle loro paure e nei loro desideri, nell0indole e negli atteggiamenti. Il poliziotto uccide a sangue freddo due dei suoi prigionieri, ma in realtà ha fatto fuori l'intera città. Desperation è deserta, vi sono solo cadaveri. In più, ragni, serpenti, scorpioni, coyote e avvoltoi. Gli animali, come il poliziotto, sono posseduti da un demone alieno, emerso dalle viscere della terra dopo che i minatori di China Pit lo hanno liberato per caso. Il gruppo di prigionieri, apparentemente senza speranza, sembrano condannati a fare da deposito di corpi a Tak, il demone, che consuma gli involucri umani e che, dopo il poliziotto, si impossessa di Ellen Curver, madre del giovane David, adolescente in crisi mistica. Ed è proprio David la chiave di volta della storia, perché, come si scopre via via, non è un caso che proprio lui sia fra i prigionieri. C'è stato inviato da una forza del bene (seppure un bene che trascende il punto di vista umano) che si oppone a Tak. La storia è veramente disperante per il senso di sconforto che comunica. Claustrofobica, repellente nelle visioni di cadaveri, di insetti, di morte, attenaglia e costringe comunque a proseguire nella lettura. Il finale è sorprendente e ben congegnato. C'è da notare come, in contemporanea con "Desperation", King abbia fatto uscire "I vendicatori", romanzo gemello scritto con lo pseudonimo di Richard Bachman (le due copertine della prima edizione, accostate, formano una unica illustrazione), in cui si racconta una storia simile, con personaggi dagli stessi nomi, ma che alla fine risulta del tutto diversa. La tesi che si vuole dimostrare è che, appunto, due scrittori diversi, alle prese con lo stesso spunto, lo trasformano in opere lontanissime.
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