lunedì 10 gennaio 2022

LA FIGLIA DI RAPPACCINI



 

LA FIGLIA DI RAPPACCINI
di Nathaniel Hawthorne 
Corriere della Sera,
Collana Twin Stories
2013, brossurato
112 pagine, 2.80 euro

La collana Twin Stories  proponeva, anni fa, allegate al Corrirere della Sera, opere della letteratura anglosassone proposte con il testo a fronte ("piccoli capolavori che fanno grande il tuo inglese", recita uno slogan), corredate di note critiche e linguistiche. Leggendo questo mistery tale di una cinquantina di pagine, ho scoperto che Nathaniel Hawthorne (1084-1864), scrittore nato a Salem in una famiglia puritana e che io credevo essere autore di romanzi realistici e storici come "La lettera scarlatta", ebbe anche una notevole produzione di racconti gotici in grado di competere con quella di Edgar Allan Poe, di cui fu contemporaneo. E gotico lo è di sicuro, cupo, magico e tragico com'è, questo "La figlia di Rappaccini", di ambientazione italiana, che si legge tutto d'un fiato in un crescendo di angoscia. Giovanni, studente napoletano giunto a studiare a Padova, prende in affitto un appartamento che si affaccia su un misterioso orto botanico pieno di piante sconosciute. Fra esse, il giovane vede aggirarsi una fanciulla meravigliosa, Beatrice, figlia dello scienziato Rappaccini, che la tiene segregata dal resto del mondo. Un altro studioso, il professor Baglioni, mette in guardia Giovanni rivelandogli che Rappaccini è un pazzo che compie esperimenti folli. Ma il napoletano, vinto dal desiderio di incontrare Beatrice, penetra nel giardino e riesce a far innamorare la ragazza, la quale però sembra dotata di un mortifero potere: qualunque cosa viva tocchi, che non siano le misteriose piante del suo orto, muore (insetti, rettili, uccelli, fiori portati da fuori, cadono a terra inerti e rinsecchiti). Giovanni, però, non subisce gli stessi effetti: come mai? Come aveva giustamente detto Baglioni, Rappaccini ha fatto crescere Beatrice in mezzo a vegetali velenosi da lui creati in laboratorio, rendendola essa stessa mortalmente velenosa. Ma volendo darle uno sposo, ha avvelenato lentamente anche il giovane in modo da trasformarlo in un essere con le stesse caratteristiche della figlia. Quando Giovanni se ne rende conto, capisce che non può più uscire dal giardino, se non provocando la morte di tutti coloro che incontrerà. C'è da notare che la Marvel ha battezzato con il nome di Monica Rappaccini un personaggio che compare nella serie di Hulk, una biochimica votata al male.


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