Ken Follett
CATTIVA FEDE
Edizioni Dehoniane
2017, brossurato
80 pagine, 7.50 euro
CATTIVA FEDE
Edizioni Dehoniane
2017, brossurato
80 pagine, 7.50 euro
Non c’è bisogno di ricordare chi è il britannico Ken Follet (Cardiff, 1949), autore di best seller di fama internazionale. Però, suvvia, citiamo almeno “I pilastri della Terra”, il suo romanzo di maggior successo. C’è però bisogno di spiegare che cos’è questo libretto di poche decine di pagine, così poche rispetto alla mole dei volumi del resto della sua produzione. Il titolo della collana, “Lampi d’autore”, viene spiegato proprio dalla fulmineità dei testi presentati. Si tratta di un memoir pubblicato nell’autunno del 2016 sulla rivista inglese Granta, in un numero speciale di argomento religioso dedicato alla frammentazione settaria delle varie chiese protestanti. Ken Follett rievoca, non senza dolore, la sua infanzia trascorsa nella gabbia delle convinzioni della Plymouth Brethren, una fratellanza puritana per la quale il peccato poteva annidarsi letteralmente ovunque, confraternita di cui la famiglia dello scrittore faceva parte. Tutto nasce dall’istituzione della Chiesa anglicana da parte di Enrico VIII, nel 1534. Da questo scisma scaturirono decine di gruppi religiosi detti “non conformisti” in quanto, pur accettando la separazione dalla Chiesa cattolica, non si conformavano all’Atto di uniformità con cui nel 1662 si cercò di radunare il gregge disperso. Si creò una divisione tra “Chiesa alta” e “Chiesa bassa”, quest’ultima formata appunto dai dissidenti, frammentati fra loro in modo inverosimile. Presbiteriani, battisti, metodisti e calvinisti sono quelli più conosciuti. Tra le congregazioni più piccole c’è appunto la Plymouth Brethren, nata ai primi dell’Ottocento ma collegata alla tradizione dei Padri Pellegrini partiti per l’America a bordo della nave Mayflower nel 1620. A pochi anni dalla fondazione, già nel 1848 il gruppo si spacca in due: gli Open e gli Exclusive. Più aperti all’accoglienza i primi, rigidamente chiusi i secondi. Follett scrive di non essere a conoscenza di nessuna differenza fra i due rami a parte l’atteggiamento nell’ammettere chiunque alle proprie cerimonie o non ammettere nessuno che non facesse parte della comunità. La famiglia di Ken faceva parte degli Exclusive, per i quali una delle più temibili trasgressioni, fonte di perdizione, era entrare in una cappella degli Open. Guai poi soltanto a parlare con qualcuno dei rivali. La competizione fra le varie congregazioni anglicane è sempre stata feroce. Uno dei pezzi forti di “Cattiva fede” è il racconto che Follett fa di una barzelletta riguardante un gallese che dopo aver fatto naufragio su un’isola deserta costruisce due cappelle. Quando arrivano a salvarlo, gli chiedono a che serve la seconda e lui risponde: “E’ quella dove non vado”.
Nessun dubbio che la Plymouth Brethren si possa definire una setta. Al piccolo Ken viene vietato l'andare al cinema, così come era esclusa ogni forma di divertimento, compreso l’ascolto della musica o la frequentazione di eventi sportivi. Nessuna possibilità di mettere in discussione l’autorità dei genitori e, in generale, quella degli anziani. Assillanti le letture della Bibbia e le funzioni religiose (tre durante la domenica), divieto di partecipare alla vita pubblica iscrivendosi a un partito o a un sindacato. Follett rimpiange soprattutto di non aver potuto diventare un boy scout. Non si poteva mangiare in compagnia di nessuno che non facesse parte del gruppo, né andare ai funerali di estranei. Insomma, il fanatismo più totale. Frequentando l’Università, dopo aver scelto filosofia nella speranza che gli studi potessero aiutarlo a superare i suoi dubbi sull’esistenza di Dio (“nessun dato di fede superò la prova dei criteri logici”), Follett diventa ateo, “un ateo arrabbiato”, perché non aveva potuto entrare nei boy scout”. Conclude lo scrittore: “Mi sono bastati tre anni per diventare ateo, ma ho speso il resto della vita per ritrovare una qualche forma di spiritualità”. Dopo il testo tradotto da Alessandro Zaccuri (autore anche della prefazione), viene proposto il godibilissimo testo originale in inglese.
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