venerdì 16 aprile 2021

LA RAGAZZA CON L'OCCHIO DI VETRO

 
 
 

Stefano Fantelli

LA RAGAZZA CON L'OCCHIO DI VETRO
Cut-Up Publishing
2020, cartonato
240 pagine, 17.90


"E altre storie dark", recita il sottotitolo. In tutto, diciassette storie, tutte, in effetti, molto dark. Scritte da uno scrittore Active Member della Horror Writers Association che prova gusto nel torcere le budella ai suoi lettori ma che sa farlo scrivendo molto ma molto bene, per cui è un piacere farselo fare. Stefano Fantelli è anche uno sceneggiatore di fumetti ("The Cannibal Family", ma anche Zagor). Ho scritto volentieri l'introduzione a questa sua antologia, così come avevo fatto per il romanzo horror-rosa "Brigitte", con target young adults. Ne "la ragazza con l'occhio di vetro" di rosa c'è poco, molto di rosso, sia per il sesso che per il sangue, visto come si mescolano eros e thanatos. Del resto, corpo e anima sono indissobilmente collegati e in ognuno dei racconti assistiamo a una qualche forma di trip rituale in cui le pulsioni di vita e di morte si compenetrano come in un osceno ma travolgente rapporto sessuale. I rituali magici hanno tentato, in ogni epoca, per millenni, di collegare il nostro corpo mortale al divino immortale attraverso il sesso: “l’erotismo cessa di rappresentare un mezzo immorale di piacere, per diventare un metodo che permette di raggiungere degli stadi di intenso misticismo”, scriveva Georges Bataille, filosofo e pornografo francese. Lo tiriamo in ballo, perché anche Fantelli senza dubbio lo è, filosofo e pornografo, a sua volta. Colto nei suoi eruditi riferimenti, compresi proprio quelli a Battaile. Il quale fu autore di un libello intitolato “Histoire de l’oeil”, composto in gioventù e conservato in un cassetto per essere pubblicato postumo dopo la morte dell’autore, avvenuta nel 1962, che secondo Moravia rappresenta un “piccolo capolavoro della letteratura d’avanguardia”. “La storia dell’occhio” segna per sempre i suoi lettori per con la sconvolgente immagine di un occhio che la protagonista si infila nella vulva dopo averlo cavato a un giovane prete da lei stessa strangolato, e che pare guardare tra le ciglia dei peli pubici, facendolo piangere lacrime di orina. Alcune scene de "La ragazza dall'occhio di verro" ricordano appunto Bataille, che del resto scriveva: “l'erotismo è l'approvazione della vita fin dentro la morte”. L'atto erotico dissolve gli esseri che vi prendono parte e ne rivela la continuità. In questo l'erotismo corrisponde alla morte, perché se la nascita crea un abisso fra gli individui, ognuno un diverso "io", la morte sopprime l' "io" e appunto lo dissolve. Da qui la corrispondenza fra l'atto erotico e il sacrificio umano alla divinità. Bataille considera l'erotismo una sfida lanciata alla morte, perché se la vita è mortale la totalità dell'essere non lo è, e poiché appunto l'atto erotico annulla l'individualità e mette in comunicazione con la totalità dell'essere, l'ebbrezza della totalità fa cadere nell'oblio il dramma della discontinuità individuale e destinato a morire.
In moltissime tradizioni ancestrali ereditate dal folklore scene truculente, grandguignolesche, orride e brulicanti di cadaveri in decomposizione si mescolano con atti sessuali mimati, raffigurati, o realmente praticati, al punto da esserne inscindibili. E spesso l’orrido è bello, perché il contrasto tra il bello e l’orrido è da sempre una delle chiavi per accedere alle stanze più segrete della natura umana. Una ragazza protagonista di un racconto di Stefano Fantelli esegue fellatio con la lingua biforcuta, tagliata in due da un bisturi. E proprio con il bisturi una serial killer modella i corpi delle sue vittime, bisbigliano loro: “Tu sarai la mia opera d’arte”. I tentacoli di una mutate penetrano lo sfintere di un bullo (che se lo merita), a un altro cavano gli occhi azzurri, lasciati poi galleggiare come paperelle in una vasca d’acqua putrida.
Gli occhi sono un elemento ricorrente: “la nostra carne si sarebbe dissolta, ma il suo occhio magico era immortale”, commenta l’amante della ragazza con l’occhio di vetro. Stefano Fantelli, da brujo qual è, rinnova le sue e le nostre paure ancestrali, con una straordinaria abilità di scrittura in grado di farci temere, e al tempo stesso desiderare, l’incontro con le sue incarnazioni delle antiche divinità femminili.

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