Gianmaria Contro
ZOMBIE WALK
Odoya
brossurato, 2018
300 pagine, 18 euro
Se chiedete a Gianmaria Contro, tanto esperto di zombi da aver scritto questo saggio, un parere su "The walking dead", vi risponderà che si tratta di un epifenomeno. Vale a dire, più o meno, una manifestazione accessoria, che nulla aggiunge al fenomeno di cui si parla. In effetti, la serie TV si limita (pur nella complessità dei suoi intrecci) a riproporre la figura dello zombi della tradizione romeriana, accettandola senza modificarla. Ma il mito dei morti redivivi e assassini ha radici antiche, sia nelle leggende e nelle tradizioni dell'antichità, sia nelle credenze religiose di epoca medievale e moderna (al punto che perfino le figure di alcuni santi potrebbero esservi paragonate), sia nella letteratura e nelle arti figurative, fino ad arrivare al cinema. Riguardo alla filmografia zombesca, Contro premette subito la sua intenzione di non fornire una schedatura di film, tentando di farne un elenco completo cosa che si può rintracciare in centinaia (se non migliaia) di saggi e siti dedicati. Tuttavia fornisce numerose indicazioni. Per esempio, scopriamo che alla base della moderna concezione degli zombi c'è un libro del 1929, scritto da William Bueller Seabrook, intitolato "The Magic Island" e dedicato al voodoo haitiano. Non a caso anche una storia di Mister No ambientata ad Haiti ha per titolo "L'isola della magia", aggiungo io, notando che lo sceneggiatore di quel fumetto, Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) aveva già dimostrato di conoscere a fondo l'argomento nell'albo di Zagor "Zombi!", avendo molto probabilmente letto il saggio di Seabrook (lo dimostrerebbe anche il fatto che il capitano della nave che trasporta lo Spirito con la Scure nelle Antille si chiama appunto Seabrook). "The Magic Island" racconta della tradizione haitiana secondo la quale i sacerdoti del voodoo sarebbero in grado di risvegliare i morti e usarli come schiavi al loro servizio: gli zombi, appunto.C'è chi ritiene che si tratti di finte morti, in realtà, e quindi di finti risvegli, ottenuti grazie all'uso di droghe (come certe tossine estratte dai pesci palla). Il saggio di Seabrook ispira comunque un film, "White Zombie", del 1932, interpretato da Bela Lugosi (celebre vampiro dello schermo, e anche nel caso dei vampiri si parla di non-morti, per combinazione). Da qui in poi, gli zombi cominciano a imperversare, fino a George Romero che li rende come noi siamo abituati a riconoscerli. Gianmaria Contro, però, spazia attraverso tutte le forme e le manifestazioni del mito, con voli pindarici e caleidoscopici attraverso i secoli, le latitudini, i media, i folklori. E ci racconta anche gustosi aneddoti, come quello del crollo di una piattaforma durante le riprese di un film, con i soccorritori che non erano in grado di riconoscere i veri feriti tra i figuranti truccati da zombi che ne furono travolti.
ZOMBIE WALK
Odoya
brossurato, 2018
300 pagine, 18 euro
Se chiedete a Gianmaria Contro, tanto esperto di zombi da aver scritto questo saggio, un parere su "The walking dead", vi risponderà che si tratta di un epifenomeno. Vale a dire, più o meno, una manifestazione accessoria, che nulla aggiunge al fenomeno di cui si parla. In effetti, la serie TV si limita (pur nella complessità dei suoi intrecci) a riproporre la figura dello zombi della tradizione romeriana, accettandola senza modificarla. Ma il mito dei morti redivivi e assassini ha radici antiche, sia nelle leggende e nelle tradizioni dell'antichità, sia nelle credenze religiose di epoca medievale e moderna (al punto che perfino le figure di alcuni santi potrebbero esservi paragonate), sia nella letteratura e nelle arti figurative, fino ad arrivare al cinema. Riguardo alla filmografia zombesca, Contro premette subito la sua intenzione di non fornire una schedatura di film, tentando di farne un elenco completo cosa che si può rintracciare in centinaia (se non migliaia) di saggi e siti dedicati. Tuttavia fornisce numerose indicazioni. Per esempio, scopriamo che alla base della moderna concezione degli zombi c'è un libro del 1929, scritto da William Bueller Seabrook, intitolato "The Magic Island" e dedicato al voodoo haitiano. Non a caso anche una storia di Mister No ambientata ad Haiti ha per titolo "L'isola della magia", aggiungo io, notando che lo sceneggiatore di quel fumetto, Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli) aveva già dimostrato di conoscere a fondo l'argomento nell'albo di Zagor "Zombi!", avendo molto probabilmente letto il saggio di Seabrook (lo dimostrerebbe anche il fatto che il capitano della nave che trasporta lo Spirito con la Scure nelle Antille si chiama appunto Seabrook). "The Magic Island" racconta della tradizione haitiana secondo la quale i sacerdoti del voodoo sarebbero in grado di risvegliare i morti e usarli come schiavi al loro servizio: gli zombi, appunto.C'è chi ritiene che si tratti di finte morti, in realtà, e quindi di finti risvegli, ottenuti grazie all'uso di droghe (come certe tossine estratte dai pesci palla). Il saggio di Seabrook ispira comunque un film, "White Zombie", del 1932, interpretato da Bela Lugosi (celebre vampiro dello schermo, e anche nel caso dei vampiri si parla di non-morti, per combinazione). Da qui in poi, gli zombi cominciano a imperversare, fino a George Romero che li rende come noi siamo abituati a riconoscerli. Gianmaria Contro, però, spazia attraverso tutte le forme e le manifestazioni del mito, con voli pindarici e caleidoscopici attraverso i secoli, le latitudini, i media, i folklori. E ci racconta anche gustosi aneddoti, come quello del crollo di una piattaforma durante le riprese di un film, con i soccorritori che non erano in grado di riconoscere i veri feriti tra i figuranti truccati da zombi che ne furono travolti.
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